martedì 9 marzo 2010

Memories vol. 3

Ecco un piccolo capolavoro dell'epica contemporanea che mi è tornato in mente in questi giorni. Primo grandioso capitolo delle epiche gesta di Henry Smart, irlandese d'inizio secolo che ci trasporta tra le vie di Dublino e d'Irlanda, facendoci respirare e attraversare ogni sorta d'olezzo, sudiciume, polveri, fragranze, sudori, sentimenti e voci dei cosiddetti negri d'Irlanda. In uno scenario dickensiano veniamo a contatto con ogni moto e passione che nel secolo scorso scosse e l'isola Esmeralda portandola a ribellarsi all'umiliante guinzaglio britannico. Lo facciamo tramite due occhi azzurri d'irrivernza, affetti incrostati addosso e trasportati nelle imprese amorose e politiche più improbabili. Alla scoperta di una Dublino dalle vibrazioni inaspettate.
Un libro travolgende, entusiasmante, probabilmente uno dei migliori scritti negli ultimi decenni. Conoscevo già le abilità di Doyle di portare il lettore all'interno della storia, di fotografare i protagonisti e la loro realtà tramite dialoghi disarmanti nella loro semplicità, ma non mi aspettavo un risultato simile. Sono passati tanti anni dalla lettura e mi sono rimaste ben impresse le suggestioni, anche se non ricordo bene i perchè o i percome di molte. Ma non importa. "Una stella di nome Henry" rimane un grandissimo romanzo di un grandissimo autore. Splendido affresco di un'Irlanda non così lontana come potrebbe sembrare.

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