venerdì 26 marzo 2010

La fine del Regno Birbonico


Mi ero promessa di non fare su questo Blog degli interventi troppo politicizzati ma dopo aver partecipato alla diretta di Rai per una notte di Santoro e Company, mi sono concessa questa piccola parentesi. Lo show dal Paladozza di Bologna, che ha raggiunto via streaming le case di oltre 100.000 persone, è stato qualcosa di unico. Erano tutti lì, schierati come le pedine in una partita a scacchi, concentrati e lucidi nel presentare le loro idee. Il menù è stato ricco, gli interventi uno più accattivante dell'altro.
Gli spezzoni musicali e i collegamenti esterni hanno permesso di prendere boccate d'aria in un discorso che, senza alcuna pausa, avrebbe potuto paralizzarci ulteriormente. Quando l'operaia in camice verde ha riportato la storia di tutti i cassaintegrati dell'Omsa, presenti anch'essi in divisa da lavoro, un brivido mi ha percorso lungo la schiena. Le sue parole risuonavano tristemente familiari e in molti hanno seguito con le mani contratte di chi pensa: "sappiamo perfettamente cara Francesca di cosa parli".
Luttazzi, con il suo solito ritmo scoppiettante e fluido si è interrogato su come, una cifra alla mano, la fiducia in questa classe politica non diminuisca nonostante i.... e qui la platea esplode, piazza Azzarita è ormai gremita, la sentiamo da dentro trasalire:

La fiducia dell'Italia per B. è oltre il 60% mi chiedo come mai
non importa che la sua politica reazionaria e classista tagli i salari e gli investimenti, distrugga la scuola, la sanità, la ricerca, l'ambiente. Mette la mordacchia alla giustizia, all'informazione libera, alla satira. Non importano le leggi ad personam, il conflitto d'interessi, la gestione delle emergenze è affidata ad una cricca. Non importa il disprezzo della costituzione, del parlamento della divisione dei poteri, non importa gli attacchi al Presidente della Repubblica, all'unità sociale e finale del paese. Non importa lo sdoganamento del fascismo, il razzismo di stato le guerre criminali il ritorno al nucleare, non importa che un affarista senza scrupoli metta al servizio della sua azienda i suoi problemi con la legge l'intera macchina dello stato, una cosa che non c'era neanche all'epoca del fascismo. Tutto questo non importa, la fiducia dell'Italia in Berlusconi è oltre il 60%.
Come si spiega tutto questo?

Come da manuale erotico, Luttazzi con parole dirette senza censure spiega la posizione in cui versa la povera Italia, messa in ginocchio mentre la gente ride di un riso che sa di amaro. Credo che il pubblico sia rimasta seduto per quattro ore non solo per il problema della censura, ma perchè stanco di combattere per cercare, scovare i cunicoli dove si trova la verità. Informarsi in modo libero senza filtri è un diritto di tutti ma non possiamo ricorrere sempre a percorsi angusti per arrivare al nocciolo delle questioni.
Come possiamo, parlo dal mio punto di vista professionale, trasmettere ai bambini le regole della sana convivenza, l'educazione al senso civico se queste cose vengono sempre rimpastate dall'alto. Non hanno mica tutti la fortuna di nascere in famiglie sensibili a queste tematiche. C'è una fitta schiera di persone che ci consegna la mattina i figli a scuola che non si chiede neanche se c'è la carta igienica per pulirsi o il sapone per lavarsi le mani e poi se gli vai a chiedere un contributo "morale" di condivisione delle regole (ovvero che coincidano come a scuola anche fuori da scuola) ti bollano come insegnante troppo legata a vecchi valori (magari troppo di sinistra) ormai superati. Allora ricollegandomi alla serata di ieri, ha ragione la ricercatrice che dice che bisogna essere attivi personalmente per migliorare le cose. Negligenza, lo vedo nel significato vero del termine: atteggiamento di chi adempie svogliatamente ai propri doveri. Molti italiani si lamentano dei diritti persi ma poi se vai a toccare il tasto dolente dei doveri ecco che vediamo calare un velo di silenzio. Quello che ho visto ieri sera è un movimento capace di porsi delle domande e di mettersi in discussione davanti ai doveri del buon cittadino. Che sia una minoranza non importa, bisogna cominciare da qualche parte e come dice il grande regista Monicelli "smettere di avere speranza perchè la speranza è una trappola inventata da ci vuole comandare". Bisogna agire, fare e ancora fare. Il regno birbonico non è solo quello che risiede nei palazzi della politica ma può annidarsi anche dentro le nostre piccole case.
Buona rivoluzione a tutti, noi cominceremo da qui.

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