lunedì 13 febbraio 2012

I'm the Blizzard king, I can do everything

Per ora siamo sopravvissuti. Nonostante il 21/12/12 sia sempre più vicino, anche questa volta ce l'abbiamo fatta.  The "Greatest ever seen blizzard" (in stile quasi kinghiano) è passato, ha fatto quello che doveva fare ed è tornato via. Il sole non è stato sconfitto e un po'lo dobbiamo anche ai nostri amministratori, dai, sempre attenti e pronti a prendersi le proprie responsabilità.

Capita però che il tempo necessario a prendersi cura dei propri elettori non sia sempre sufficiente e sia perciò necessario diramare comunicati dell'ultimo momento (N.B. l'esempio è stato corretto rispetto alle prime bozze) che non sempre chiariscono quali provvedimenti vadano presi. In molte scuole venerdì non si è capito se fosse o meno obbligatorio venire a ritirare la prole e nello stesso istituto comprensivo capitava che si dessero agli stessi genitori indicazioni opposte (obbligo sì alle elementari, obbligo no alle medie). In altre scuole gli insegnanti hanno picchettato rimandando al mittente i pupi, mentre in altre ci si interrogava della portata degli ingorghi che si sarebbero creati se tutti i genitori fossero riconfluiti verso le scuole nello stesso momento.
Reasta il fatto che la decisione di come muoversi è stata lasciata ai presidi e questo per evitare lamentele come nel week-end precedente (in cui, per rimediare ad un giorno di disagi, si era risposto con quattro giornate di chiusura coatta dei vari istituti). Ormai il peggio pere essere passato, il sole torna a far capolino ed ai posteri resterà la serie di approfondimenti antropologico/iconografici accumulatisi in questi giorni.

Masse a parte, a noi cosa è rimasto di tutto ciò?
Personalmente, il rallentamento effettivo dei tempi (e dello stress) delle mie routine (nonostante gli spostamenti siano rimasti gli stessi) con in allegato la constatazione che bastano 10 minuti per trasfigurare il traffico e le persone di una città (provate a prendere l'autobus verso le 7 e il giorno dopo verso le 7:15); il rilassamento conseguente al vuoto mentale per le varie attività di cura intorno a casa; la riscoperta di chi esiste intorno a dove abito e delle tante cose che si possono fare insieme; fare la prima esibisione del coro in Piazzetta della pioggia, sotto la neve, ottenendo, di riflesso, il primo mancamento di una ignara fan; momenti di pace e lirismo passeggiando tra il bianco.; trovare esempi di come ci si può reinventare in ogni situazione
e a voi cos' ha portato il blizzard?

lunedì 6 febbraio 2012

Motivazioni del presidio in piazza


LUNEDI' 6 FEBBRAIO, IN PIAZZA MAGGIORE, PRESIDIO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DEI SERVIZI SCOLASTICI IN APPALTO.

Da mercoledì scorso le lavoratrici ed i lavoratori dei servizi scolastici in appalto di Bologna sono a casa, in ferie non retribuite e forzate, poichè l'emergenza neve "impone" al sindaco Merola la chiusura delle scuole.
Ricordiamo che tutte le previsioni metereologiche avevano previsto con largo anticipo la possibilità di abbondanti nevicate. Sarebbe bastato prestare la giusta attenzione agli avvisi e usare le giuste precauzioni, ostentare di meno la sicumera alla quale il sindaco ci ha abituati ed essere più solerti, per limitare al minimo il disagio e permettere alle scuole di funzionare ed ai lavoratori di fare il proprio lavoro per portare a casa per intero, a fine mese, il misero salario.
Cosa si troveranno in busta paga questi lavoratori alla fine del mese?
Ai già miseri stipendi, si aggiunge il furto di una settimana di paga, dato il fondato sentore che lunedì 6 potrebbe non essere l'ultimo giorno di chiusura a causa della neve.
Dopo le proteste dell'estate scorsa contro il nuovo appalto del servizio che peggiorava le condizioni di lavoro e di vita, demansionando le qualifiche e decurtando ore-salario, siamo di fronte all'ennesima beffa!!!
Basta con l'accanimento verso questa categoria di lavoratori, le lavoratrici e i lavoratori dei servizi scolastici hanno già dato!!!

LUNEDI' 6 FEBBRAIO, IN PIAZZA MAGGIORE, PRESIDIO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DEI SERVIZI SCOLASTICI IN APPALTO, per chiedere alla giunta di farsi carico del problema delle retribuzioni degli impiegati nel settore.

PARTECIPATE TUTTE E TUTTI !

sabato 4 febbraio 2012

NEVICA: COMUNE LADRO!



Educatrici ed educatori scolastici a casa senza stipendio.
Con un comunicato apparso sul sito del Comune di Bologna il sindaco Virginio Merola comunica che ha “firmato un'ordinanza per la sospensione dell'attività educativa e didattica nelle scuole fino a sabato compreso”. Bene, si divertiranno i bambini che potranno giocare con le palle di neve. Il comunicato procede poi con le rassicurazione sulla solerzia dell’amministrazione del limitare i disagi e le raccomandazioni di rito a spalare i tratti di marciapiedi di negozi e condomini di pertinenza. Bene, ognuno faccia il suo dovere per evitare malaugurati incidenti (anche se ci sembra che al momento, la viabilità sia tutt’altro che scorrevole e la neve ancora occupa le carreggiate: ne sanno qualcosa gli autisti dell’ATC rimasti bloccati ed in difficoltà nel governare gli autobus).
Bene, la cooperativa che gestisce i sevizi educativi scolastici del comune, appresa l’ordinanza, con una email dal tono cordiale ma risoluto comunica agli educatori ed alle educatrici che rimarranno a casa e “LE ORE PERSE NON SARANNO NE PAGATE NE POTRANNO ESSERE RECUPERATE!”
In tempi di crisi, basta una nevicata a riportare all’ordine del giorno il “problema della sopravvivenza” di questa categoria di lavoratori, vessata da un CCNL capestro (da poco rinnovato in termini di salario e normativi a dir poco vergognosi da CGIL CISLe UIL), e presa in giro dall’amministrazione di Merola che, lo ricordiamo, sul finire dell’estate scorsa ha prodotto un appalto per questo servizio a condizioni altrettanto vergognose: riduzione complessiva delle ore di intervento, spezzettamento degli interventi tra educativi ed assistenziali, demansionamento, non riconoscimento delle ore di assenza dei bambini e, in ultimo, FERIE NON PAGATE IN CASO DI CHIUSURA PER EVENTI CLIMATICI!

Se “fare la propria parte” (così come invita il sindaco nel comunicato), significa prendere in giro gli educatori (ricordiamo le finte trattative e la firma del protocollo truffa con CGIL e CISL del settembre scorso), o mandare i vigili urbani a sgomberare i lavoratori che protestano giustamente dal comune, c’è da sperare che l’appello cada nel vuoto.
Caro sindaco, il suo invito alla collaborazione lo rispediamo indietro. Almeno fino a quando la sua amministrazione comincerà a “fare la propria parte” nei confronti degli educatori, almeno fino a quando si comincerà ad affrontare il problema della dignità del lavoro e del salario per le educatrici e gli educatori di questo settore.
Intanto, sindaco, le rivolgiamo noi un appello: faccia la sua parte, prenda la pala e dia una mano a spalare. Prima riaprono le scuole, prima gli educatori ritornano al loro cottimo.

mercoledì 25 gennaio 2012

S.O.S aree naturali protette


APPELLO PER FERMARE UNA RIFORMA INUTILE E DANNOSA
DELLA LEGGE QUADRO SULLE AREE NATURALI PROTETTE

E’ stato avviato dalla Commissione Ambiente del Senato il percorso che dovrebbe portare
entro il termine dell’attuale legislatura alla riforma della Legge quadro sulle aree naturali
protette, la Legge n.394 del 1991. Una proposta di riforma che non ha come presupposto
una seria analisi dei punti di forma e di debolezza della normativa vigente ma sembra
rispondere solo ad alcuni specifici interessi distanti dalla prioritaria finalità delle aree
naturali protette: la conservazione del nostro patrimonio naturale. Se può essere condivisibile l’esigenza di una “messa a punto” della normativa nazionale per le aree protette marine, che hanno oggi regole diverse dalle altre aree protette con oggettivi problemi per la loro efficace gestione, non è così per i Parchi Nazionali che hanno operato fino ad oggi con buoni risultati nonostante le note difficoltà dettate dai drastici tagli ai finanziamenti per investimenti e progetti.
Le proposte di modifica della normativa in vigore presentate da vari Senatori di entrambi
gli schieramenti politici, riuniti oggi nella maggioranza che sostiene il Governo, interessano
essenzialmente tre aspetti della gestione delle nostre aree protette che per i loro contenuti
rischiano di stravolgere alcuni dei principi fondamentali che hanno motivato la creazione
dei Parchi e delle Riserve naturali non solo in Italia ma in tutto il mondo.
Il primo è l’equilibrio degli interessi che entrano in gioco nella gestione di un Parco: da una
parte l’interesse primario della conservazione della biodiversità come ci ricorda l’articolo 8
della Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica sottoscritta a Rio de Janeiro 20
anni fa, dall’altra i legittimi interessi delle comunità locali residenti nei territori sottoposti ad
una straordinaria forma di governo.
La norma approvata nel 1991 aveva raggiunto un equilibrio soddisfacente della
rappresentanza dei Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, del mondo scientifico, delle
Associazioni ambientaliste e dei rappresentanti degli Enti Locali, nel rispetto dell’articolo
117 della nostra Costituzione che attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia
di tutela degli ecosistemi proprio per ribadire l’interesse nazionale della conservazione
della natura.
Le proposte di modifica intendono spostare questo delicato equilibrio a vantaggio di coloro
che rappresentano interessi locali e di settore con una maggioranza dei rappresentanti
degli Enti Locali e l’introduzione di un rappresentante delle Associazioni agricole nel
Consiglio direttivo degli Enti Parco, attribuendo tra l’altro di fatto a questo organo la
nomina del Presidente. Allo stesso tempo verrebbero eliminati i rappresentanti del mondo
scientifico e ridotta la presenza delle Associazioni ambientaliste. Il risultato sarebbe il
prevalere degli interessi particolari, soprattutto in questo momento di crisi economica,
rispetto all’interesse generale e collettivo della conservazione della natura, principale
motivo della creazione delle aree naturali protette. Queste modifiche, insieme alle nuove
procedure previste per la nomina dei direttori dei parchi, non farebbero che aumentare la
politicizzazione degli Enti Parco.
Una maggiore efficienza nella gestione degli Enti Parco, in particolare per la
valorizzazione delle identità locali dei territori e lo sviluppo della “green economy”, sarebbe
la motivazione principale dei sostenitori della riforma. Ma lo sviluppo economico dei
territori attraverso la “green economy” è un obiettivo che può essere perseguito da diversi
Enti pubblici nell’ambito delle loro ordinarie funzioni. Le aree naturali protette nascono per
la conservazione della natura, finalità non esclusiva ma sicuramente prevalente rispetto ad
altri obiettivi nell’operato dei loro Enti di gestione appositamente costituiti. Se gli Enti Parco
si trasformano in grandi Pro loco o agenzie di sviluppo locale finiscono per diventare inutili
doppioni di Enti che oggi in molti vorrebbero tra l’altro cancellare come le Province o le
Comunità Montane.
Il secondo aspetto riguarda il divieto di caccia nei Parchi che le proposte di modifica della
Legge quadro vorrebbero attenuare con l’artificiosa distinzione del controllo faunistico
prendendo a pretesto il caso particolare del cinghiale (tra l’altro in una situazione estrema
come l’Isola d’Elba del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano).
I testi di legge in discussione e gli emendamenti presentati non lasciano dubbi sulla reale
finalità delle proposte di modifica in favore del mondo venatorio. I problemi delle specie
aliene e del cinghiale possono trovare infatti soluzioni efficaci anche con l’attuale
normativa ed organizzazione dei Parchi, come sta tra l’altro avvenendo in molti Parchi
Nazionali, Arcipelago Toscano compreso.
Terzo aspetto della contestata proposta di riforma della Legge quadro è il meccanismo di
finanziamento degli Enti Parco con l’introduzione della riscossione di una royalty o di
canoni su alcune attività ad elevato impatto ambientale come la coltivazione di idrocarburi,
gli impianti idroelettrici di potenza maggiore di 220 kw, gli impianti a biomasse, gli oleodotti
ed elettrodotti fuori terra, le attività estrattive in area contigua, le adduzioni idropotabili e la
concessione di posti barca. Un’interpretazione tutta italiana del tema dei “pagamenti dei
servizi degli ecosistemi” di cui si discute da tempo a livello internazionale, tra l’altro mai
citati nei testi in discussione, che nelle forme proposte delle royalty o canoni
determinerebbero un pesante condizionamento delle decisioni di un Ente Parco che in
prospettiva sarebbe a larga maggioranza controllato dai rappresentanti dei Comuni.
Essenzialmente per questi motivi il WWF, la LIPU, il FAI, Italia Nostra e Mountain
Wilderness, ma anche tanti studiosi della materia e le associazioni di coloro che lavorano
ed operano nei parchi, considerano pericolose le proposte di modifica della legge quadro
sulle aree naturali protette presentate.
Nei prossimi mesi per fermare questa riforma inutile e dannosa della Legge quadro sulle
aree naturali protette le nostre Associazioni lavoreranno insieme, cercando il supporto del
mondo scientifico, degli intellettuali, dei rappresentanti della cultura e dell’ampia
maggioranza dell’ opinione pubblica che ha a cuore la sorte dei nostri Parchi Nazionali e
della natura che devono proteggere.

Giulia Maria Mozzoni Crespi (Presidente onorario FAI)
Fulco Pratesi (Presidente onorario WWF Italia)
Danilo Mainardi (Presidente onorario LIPU – Birdlife Italia)
Fausto De Stefani (Presidente onorario Mountain Wilderness)
Stefano Leoni (Presidente nazionale WWF Italia)
Fulvio Mamone Capria, (Presidente nazionale LIPU – Birdlife Italia)
Ilaria Borletti Buitoni, (Presidente nazionale FAI)
Alessandra Mottola Molfino (Presidente nazionale Italia Nostra)
Carlo Alberto Pinelli (Presidente nazionale Mountain Wilderness)

lunedì 2 gennaio 2012

Uccidere

Un giorno Gasan istruiva i suoi seguaci: "Quelli che parlano contro l'assassinio e che desiderano risparmiare la ita di tutti gli esseri consapevoli hanno ragione. E' giusto proteggere anche gli animali e gli insetti. Ma che dire di quelle persone che ammazzano il tempo, che dire di quelli che distruggono la ricchezza e di quelli che distruggono l'economia pubblica? Non dovremmo tollerarli. E inoltre, che dire di uno che predica senza l'Illuminazione? Costui uccide il Buddhismo."

Questa breve storia ci sembra il miglior augurio/proposito per l'anno appena incominciato.