lunedì 30 maggio 2011

Exit-poll


A tutti quei manifesti xenofobi che ci hanno inorridito, a tutti gli insulti che hanno riempito le nostre orecchie per giorni e giorni, a tutte quelle facce da criminali che riempiono le poltrone e che usufruiscono di beni che non meritano, dedico con tutto il mio cuore questa foto... Almeno per oggi concediamoci un sospiro di sollievo!!!

Per il resto, c'è solo da rimboccarsi le maniche.

domenica 29 maggio 2011

Stralci di riflessioni su ondate, loro ampiezza e intensità

Non so quante persone correranno a votare ai ballottaggi oggi. Se sarà più ampia l'ondata di elettori che, dopo due settimane di martellamenti di questo tipo


si precipiterà in massa verso le urne (come nella scena di Head of the state in cui gli elettori repubblicani, famosi per la propria indeolenza deflagrano per le strade davanti alla possibilità di un presidente nero... yes we'll can).


Se l'effetto sarà quello voluto o se il tentato vaccino farmacatodico non smuoverà altri tipi di anticorpi.


Una cosa è certa. Tutti i tifosi possono andare a votare tranquilli, il libero svolgimento democratico non toccherà i loro beniamini in scarpette chiodate.

Si prospettano due giorni interessanti, se non altro per vedere quanto siamo ancora vittima dell'influsso di gadget e spot allucinatori.

venerdì 20 maggio 2011

"L'implosione" di Manuele Madalon

Alcune persone nascono col destino segnato. E' scritto da qualche parte che riusciranno a fare grandi cose, non importa in che modo o in quale campo, quanti ostacoli possano incontrare o per quanto tempo restino relegati in bui anfratti d'oblio.
Prima o poi la gloria del loro avvenire arriva, deflagrante. 
Sono perle rare, in grado di portare ventate d'aria fresca in un mondo sempre più grigio e stantìo. Stelle in grado di brillare di luce propria. Nascono ogni cent'anni, ma quando si manifestano lo fanno in tutta la loro magnificenza.

Mi rendo conto che ai più potrà sembrare affrettato, ma non esagero affatto nel ritenere il giovane scrittore che ha stupito il salone del libro, Manuele Madalon, il nuovo astro nascente non solo della letteratura mondiale, ma dell'umanità tutta. Mai mi era capitato d'imbattermi in una persona di tale spessore e levatura. Questo giovane ha ricevuto dal cielo qualità difficilmente riscontrabili altrove: una sensibilità lacerante e profonda, carisma e personalità in grado di trascinare e arricchire l'animo umano, una spiritualità capace di toccare le corde più profonde celate in ognuno di noi. La sua opera prima, L'implosione, è una ventata di aria fresca, non solo per il ristagnante panorama letterario ed i suoi liquami nauseabondi, ma addirittura per la nostra odierna società malata, che dai suoi echi poderosi verrà sicuramente in qualche modo scossa.
Chi legge potrà tovare esagerato tanto osannare, almeno fino a quando non si troverà tra le mani questo libro poderoso. Appena uscito eppure già difficilmente reperibile, è ormai sulle bocche di tutti e sembra essere solo l'inizio.

Non voglio addentrarmi troppo all'interno di una storia che rischierei di rovinare citando anche solo un singolo, breve passaggio. La storia si svolge ai giorni nostri, a Torino, eppure è al tempo stesso voce e teatro dell'intero globo e della sua storia. Nulla sfugge alla mirabile penna di Madalon e dietro ogni parola, intreccio narrativo o piccola sfumatura si aprono mondi che, fino al giorno prima della pubblicazione di un tale capolavoro, era impensabile immaginare. Alcuni commentatori, pur celebrando l'opera, hanno affermato di averne trovati alcuni passaggi un poco affrettati, come in ogni opera prima. Non vi fidate, sono parole di chi, davanti alla Grandezza, sente il bisogno di lanciare piccole stoccate d'invidia. Il romanzo (sempre che solo di romanzo possiamo parlare) è denso e sottile, oscuro e misterioso come la Torino più esoterica, e al contempo luminoso e vitale, puro inno alla vita, alla sua essenza più ampia. Una storia come non ne sono state mai scritte, di cui è difficile parlare più approfonditamente senza rovinarne la trama, l'ordito e da cui è impossibile staccarsi.
Piangerete come mai avete fatto, riderete fino a star male, chiuderete l'ultima pagina sentendovi diversi da come eravate in precedenza.
Si apre sicuramente una nuova era per la narrativa e l'editoria tutta, da cui sarà difficile tornare indietro.
Pronti o meno, ci siamo già dentro. Non ci resta che andare avanti.

il vostro inviato al Salone del libro
Parnaso de Stronziis


giovedì 19 maggio 2011

"Faccetta nera" s'ha da fare!

CARO DIARIO
oggi a scuola abbiamo fatto il laboratorio di musica. Dovevamo scegliere una canzone da cantare tutti insieme allora la maestra ci ha detto che conosceva una canzone molto bella. La dobbiamo imparare a memoria che poi al saggio ci vengono a vedere i genitori e la maestra dice che non bisogna fare una figura da somari. Io che di solito canto bene, la maestra dice che al ritornello canto più forte è meglio.
La canzone si chiama "Faccetta nera" e la maestra ci ha detto che parla del tricolore e di un viaggio speciale che hanno fatto tanti soldati per portare, in un paese che si chiama Etiopia, la pace italiana. A me mi sembra una canzone un pò noiosa ma se ce lo dico lei mi prende e mi toglie dal coro. Mio padre dice che se mi toglie dal coro lui non viene più alla recita. Io penso che mi piace se lui non viene alla recita così non mi vesto come la bandiera italiana e non canto "faccetta nera". Tutti  vogliono cantare la canzone pure la maestra che la preside gli fa i complimenti e dice che è brava a fare musica. Io penso che per la festa dell'italia con la chitarra potevamo cantare la canzone che piace a mio cuggino maggiore Franco che me l'ha cantata e fa pure ridere. Così ridevamo tutti alla recita e pure la maestra e la preside, ci davano tanti bei voti e facevano la festa con i genitori che ridevano. Tutti a morire di risate. 
Ora ti saluto, ti piace il disegno che ho fatto? 
Questa è la maestra che dice:



  


Questi sono Carlo, Amin e Maya che rispondono


                           

Questo è il testo che ho copiato per fartelo vedere

 Se tu dall'altipiano guardi il mare,
Moretta che sei schiava fra gli schiavi,
Vedrai come in un sogno tante navi
E un tricolore sventolar per te.

Faccetta nera, bell'abissina
Aspetta e spera che già l'ora si avvicina!
quando saremo insieme a te,
noi ti daremo un'altra legge e un altro Re.

La legge nostra è schiavitù d'amore,
il nostro motto è LIBERTÀ e DOVERE,
vendicheremo noi CAMICIE NERE,
Gli eroi caduti liberando te!

Faccetta nera, bell'abissina
Aspetta e spera che già l'ora si avvicina!
quando saremo insieme a te,
noi ti daremo un'altra legge e un altro Re.

Faccetta nera, piccola abissina,
ti porteremo a Roma, liberata.
Dal sole nostro tu sarai baciata,
Sarai in Camicia Nera pure tu.

Faccetta nera, sarai Romana
La tua bandiera sarà sol quella italiana!
Noi marceremo insieme a te
E sfileremo avanti al Duce e avanti al Re!

Ti piace?   metti una X   su   SI  o NO

martedì 17 maggio 2011

"The passage" (Il passaggio) di Justin Cronin

Comincio a rendermi conto di avere un serio problema con i blurb e le fascette, in particolare se di autori che hanno su di me una presa che va dall'impetuoso al totalizzante. Ogni volta mi capiti di dare un'occhiata alle copertine di nuovi libri in uscita, l'effetto magnetico dato da queste trappole pubblicitarie sfonda ogni barriera razionale e mi costringe alla lettura. All'urgenza della lettura. E' una cosa di cui sono consapevole, una compulsione patologica egosintonica con cui fare i conti e da tenere a bada.
Il più delle volte l'effetto blurb si è rivelato soddisfacente, la qualità e la piacevolezza delle opere direttamente proporzionale alla passione verso l'autore spotteggiante. Con Stephen King, perciò, mi aspetto sempre letture fuori dalla norma, di rara qualità e bellezza. Da un certo punto di vista è così, ma in realtà la faccenda è un po' più complicata.
I libri consigliati da King sono spesso grandi libri ma l'utilizzo delle sue frasi promozionali ha un difetto di fondo. I fan che vi si accostano rischiano d'immaginarsi un libro alla King, aspetto che rischia di costringere il lettore ad una ristrutturazione delle proprie aspettative e del modo di porsi alla lettura strada facendo. Fatto che può guastare l'immergione nello svolgersi della narrazione.
So bene che potrebbe essere solamente una mia turba, ma l'effetto aspettativa da blurb è da tenere presente quando ci si accosta ad un libro. Con libri come Drood, diverso per stile e trama dal King style, le interferenze alla lettura erano minime, facilmente superabili, ma nel caso di un libro come Il passaggio, trovarsi in copertina frasi come

Leggi questo libro e il tuo mondo scomparirà
                                                   Stephen King 

domenica 15 maggio 2011

Orsigna - Di padre in figlio e di castagna in castagna


Era da un pò di tempo che volevamo ritornare all'Orsigna. Ci eravamo stati qualche anno fa in una gita veloce, costretti ad  interromperla a causa di un brutto temporale che allora non ci permise di arrivare al famoso albero di Tiziano Terzani. Abbiamo conosciuto questo luogo grazie a lui e ce ne siamo subito innamorati. La strada per arrivare è un pò tortuosa, superata Porretta si snodano curve via via sempre più contorte fino ad arrivare al bivio dove c'è la deviazione per la valle. E' difficile beccare lo svincolo alla prima, anche oggi abbiamo fatto un giro assurdo per arrivare; abbiamo sbagliato strada tirando dritti verso Pistoia poi ad un certo punto ci è venuto il dubbio e ci siam fermati lungo la statale a chiedere informazioni. "Scusi per l'Orsigna?" L'uomo con accento del posto ci dice che l'abbiam superata ma che prendendo la strada che taglia per San Mommè si riesce a tornare indietro "l'è un pò piccina ma se alle churve date du cholpi di clacson, con du minuti voi siete a Pracchia". Ci guardiamo un attimo e poi insieme, scusi ma che intende per piccina, e poi si inerpica molto? Le salite son pese? Un altro uomo si avvicina e dice al primo "te tu dici piccina ma è anche un pò bruttina un li conviene mica" e l'altro risponde "oh guarda che l'han rifatta, l'è tutta sfaltata, chon du botte di clacson e poi è pure bellina, mi sapranno dire poi se v'è garbata" ci fidiamo. E' fatta, via per San Mommè.

Ho trovato una foto in rete del 1919 dove si vede la strada di accesso al paese, oggi è ancora così, la strada è davvero piccola, a percorrerla viene da pensare, sarà a senso unico, poi quando ti trovi a dover fare marcia indietro per far passare qualcuno, capisci che l'è davvero piccina. Torniamo indietro da Pracchia ma allo svincolo tiriam dritti, gira che ti rigira riconosciamo il posto. Arriviamo ad Orsigna che il piazzale davanti al bar è già pieno di auto. Decidiamo di parcheggiare verso Molino di Berto. Qui facciamo una pausa caffè, il ragazzo che ci lavora ci racconta due cose sulla produzione della farina di castagne e ci dà qualche indicazione per arrivare al percorso di Terzani. Mentre saliamo verso Case Cucciani mi vengono in mente alcune cose che Tiziano disse su questo posto
"Lo capisci, no? Allora io avevo qui [a Orsigna] la mia seconda patria che ha rappresentato, me ne rendo conto ora, la magia nella mia vita. Perché questo posto è misterioso, è una valle chiusa che non va da nessuna parte, con una storia di grande povertà. La gente viveva in case fatte di pietra, con finestre piccolissime perché non entrasse il freddo, molte erano addirittura senza camino. Quello che ci ha venduto la terra era un uomo straordinario che stava con la moglie, di cui dicevano era una strega, in unaa stanza dalle pareti nero fumo. Così viveva la gente. Viveva di castagne, di funghi e del granturco che coltivavano, però erano tutti poeti. Prima di tutto perché erano pastori, gente che con un filo d'erba in bocca stava in cima a una montagna a guardare il gregge e pensare alla vita, a Dio, alla natura. La domenica in paese cantavano il contrasto in ottava rima, che io adoravo. Uno difendeva la donna bionda, l'altro la donna bruna. 'Se tu vuoi amar la donna bionda, per tutta la vita le farai la ronda', e l'altro gli rispondeva 'Ma la donna dai capelli mori, quando le pare la ti butta fori'. Ore e ore in piazza a cantare e bere vino. Sono i ricordi della mia infanzia. Sono cresciuto così e mi rendo conto ora del grande valore che ha avuto per me questa sponda. Pensa che tutti i posti dell'Orsigna hanno una storia, ogni anfratto, ogni valle, ogni forra, ogni torrente ha una sua storia magica. Ci si 'sentiva' dappertutto in questa valle." T.T.

Lo capisci guardandoti attorno che questo luogo è un luogo pieno di magia: le case in pietra abbandonate, la strada che si snoda su per la valle, la folta vegetazione che riempie gli occhi fra Abeti, Castagni, Ciliegi canini e Cerri, Ginepri nani, Ginestre e altri ancora. L'appennino che accoglie e che preserva, qualcuno dice che anche il lupo sia tornato a vivere da queste parti. 
“Bella, varia, maestosa per la corona di monti che la circondano, vestita di boschi, ove il castagno insegue il faggio fin sotto le più alte cime, ove affiora il macigno e la rupe s’erge diruta fra lo scoscendimento di frane e di slavine, o dove il dosso verdeggia di alpestri praterie, l’Orsigna merita di essere meta più frequente di chi ama girare i monti.”
Molte sono le case che ci lasciamo alle spalle, Casa Corrieri, Lavacchini e Casa Santini; prendendo a destra Il Contadino dove abitava Terzani e dove per magia sbuca Folco insieme a due persone che cammina tranquillo per strada. Casa Aldria, Casa Moretto, finalmente Casa Cucciani dove termina la strada asfaltata. Da qui parte il sentiero di circa Mt. 400 che porta all’Albero con gli Occhi, meta preferita di Tiziano.
Un attimo di esitazione, le parole corrono veloci, le ritrovo in qualche punto, dentro di me
  
"L’Orsigna è stata la mia scuola di vita. Qui ho fatto il primo ballo, ho avuto il primo amore, le prime paure, i primi sogni. Coi miei primi risparmi comprai il prato dove avevo mandato l’aquilone e con le pietre del fiume ci feci una casa come quelle degli altri, solo con la porta e le finestre più grandi. Il pensiero di quel posto m’è servito da bussola nei miei vagabondaggi nel mondo e quando ai miei figli, cresciuti sempre in paesi d’altri, ho voluto dare delle radici e mettere nella memoria l’odore di una casa a cui legare poi la nostalgia dell’infanzia, ho imposto loro, come regola di famiglia, di passare ogni anno due mesi ad Orsigna." T.T.
Quando era uscito il film, La fine è il mio inizio sono corsa a vederlo e mi ero promessa che ci avrei scritto due righe. Poi qualcosa mi ha bloccato. L'emozione iniziale di ritrovarmi faccia a faccia con un dialogo così intimo fra un padre e un figlio mi aveva imbarazzato. Il libro possiede dei tempi migliori per far avvicinare il lettore a tutto questo. Nel film sei catapultato nel cuore di questa storia, in paesaggi che sono reali, sulla musica, sulle parole che qui si fanno labbra e poi voce e che ti trovi a dover accogliere come frutto di un qualcosa che dovrebbe essere finzione, ma che non lo è. La parte più bella, quella che forse mi commuove più di tutte è data dal fatto che in fondo piacerebbe un pò a tutti, ad un certo punto della vita, sedersi davanti al proprio e lasciarlo raccontare. Predisporsi all'ascolto, incamerare, andare nel profondo, elaborare. Del libro, ricordo che mi ero soffermata molto su Tiziano, il punto di vista di un padre che in un momento critico della sua vita sente il bisogno di parlare a suo figlio, di farlo tornare. Il film mi ha permesso di fare un passo avanti, mi ha fatto scoprire il figlio, il figlio capace di sedersi, di chiedere, di ascoltare. Camminiamo su per il sentiero arriviamo al grande albero con gli occhi; sull'albero ci sono oggetti a segnalare il passaggio di altre persone. Il panorama è davvero bello. Viene voglia di restare. Restare a pensare.

"Torno sempre anch’io e sempre più mi domando se, dopo tanta strada fatta altrove, in mezzo a tante genti diverse, sempre in cerca d’altro, in cerca d’esotico, in cerca d’un senso all’insensata cosa che è la vita, questa valle non sia dopotutto il posto più altro, il posto più esotico e più sensato, e se, dopo tante avventure e tanti amori, per il Vietnam, la Cina, il Giappone ed ora per l’India, l’Orsigna non sia - se ho fortuna - il mio vero, ultimo amore." T.T.
(I pezzi di T.Terzani sono stati tratti da La fine è il mio inizio e In Asia)

Note a margine:
Non bisogna essere fan accaniti di Terzani per venire a fare un giro in questi luoghi. Il fatto che il giornalista abbia vissuto e scritto cose interessanti su di loro dovrebbe bastare a smuovere un briciolo di curiosità, mettere il sedere sulla macchina ed arrivarci. Arrivati qui si scopre che in questi territori un tempo hanno vissuto uomini e donne normali che con fatica e amore hanno preservato questi luoghi incontaminati. La storia per conoscerla bisogna percorrerla,  la storia è raccontata dalle genti che ancora vivono in queste valli. E' emozionante trovarsi davanti all'albero di Terzani, ma è emozionante anche trovarsi davanti un molino ancora attivo dove la gente porta ad essiccare il proprio raccolto di castagne e le mette in comune; dove, raccontano, se uno non pela bene le proprie manda in malora la farina di tutti. Anche quando le essiccano non accettano le castagne bacate perchè si potrebbe mandare tutto il lavoro in fumo.
Un bell'esempio di civiltà che torna utile tenere a memoria.

Note a margine bis
Altre storie, per chi ne ha voglia

sabato 14 maggio 2011

I 5 libri della vita

Ci sono domande che non hanno una risposta definita, sono in continua evoluzione e per questo, nonostante la solenne aura di esistenzialità che le circonda, sono destinate a cambiare di continuo. Quali sono le tre cose che porteresti su di un'isola deserta? La top ten dei migliori film mai visti? E quella dei dischi? Qual è la cosa a cui non rinunceresti mai?, non sono altro che una forma popoular di test proiettivo, a cui si tende rispondere con grande attenzione per non rischiare di dare la risposta "sbagliata", incappando in oscure interpretazioni da parte di chi ci circonda. L'aspetto interessante, al di là di quello psico-ludico, sarebbe il poter confrontare se nel tempo le risposte che diamo rimangono le stesse oppure no. Come cambiano, come si evolvono e perchè. 
Una piccola finestra su di sè (o almeno, sui propri gusti).

Ma lasciamo stare i vari psicologismi da nevrosi galoppante e torniamo alla questione principale.
I cinque libri della vita. Un'iniziativa della BOL che arricchirà le biblioteche di quattro istituti comprensivi italiani (quindi più di quattro scuole). E' attiva per altri due giorni. Rapida e indolore. Da fare con una concentrata leggerezza.
Ecco la mia, in ordine cronologico:


I motivi? Sono tanti, difficile dire. Si potrebbe ipotizzare che uno è per l'amore verso la lettura, l'altro per la passione, per come la Storia possa essere raccontata in maniera avvincente, per la molteplicità dei piani di lettura in un racconto che diventa vita e per lo stimolo a raccontare, ad esporsi, senza quintalate di merda snobbosa sotto il naso.

[un grazie particolare a jumpinshark per l'ironico spronare a scrivere questo post. Dirgli di no era impensabile.]

lunedì 9 maggio 2011

Cinegiornale: Speciale elezioni

Bologna, Anno Domini 2011

Sei giorni alle idi di maggio, data solenne di una votazione che si annuncia epocale. La felsinea città rosso-turrita si è risvegliata produttiva e fruttuosa. La tempesta ormai lontana; nel cielo, nemmeno un nembo offusca il gagliardo orizzonte di un popolo vanto ed esempio per l'intero stivale.
Svaniti i pochi facinorosi nero-scarlatti che nei giorni scorsi barbaramente assediavano strade e porticati, impedendo lo svolgersi della giornata lavorativa e del riposo domenicale. Grazie a giovani dal coraggio indomito, pronti a immolarsi in difesa della bandiera, il consueto ordine dell'attività democratica trovava compimento mentre una piazza gremita di folla festante accoglieva calorosamente i membri più duri della padanica stirpe. Le rinomate specialità felsinee sono pronte ad essere valorizzate come meritano dai futuri liberatori.

Sciami


Una giornata di traffico aereo condensata in un minuto. Come sciami di falene, le condensazioni di aerei dipendono dall'ora del giorno e dalla quantità di luce presente. A colpire è il divario, l'esagerato sbilanciamento di traffico tra i due emisferi.
Basta un minuto e l'economia mondiale, nella sua opulenta tracotanza, è sotto ai nostri occhi.

domenica 8 maggio 2011

Conducenti e condotti (film di aprile)

Ad aprile siamo andati al cinema con maggiore frequenza rispetto al solito. Due film italiani [in realtà tre ma il terzo, nel caso, compete a domusorea], tra la commedia, la denuncia e riflessione del punto a cui siamo arrivati, molto diversi per stile, ritmo e contenuti ma accomunati da alcuni aspetti di fondo, quasi complementari. [occhio perchè da qui in avanti c'è il rischio di spoiler vaganti]
Si parla delle diverse fragili singolarità che compongono la moltitudine dell'esistenza, di come ci si può porre nei suoi confronti: passivamente o mossi dalla necessità di contribuire a spezzare l'inaridume del byt (concetto ben spiegato qui al minuto 8:39 da Wu Ming 1) che la contraddistingue. Sono film densi di tentativi di condurre, di smuovere l'enorme ameboide in cui ristagnamo ma anche delle diverse modalità con cui si palesa l'abitudine ad essere condotti; ci sono personaggi che non si rassegnano all'appiattimento generale e ognuno a modo suo cerca di lasciare un segno che non sia uno sfregio, di dare una smossa.
Di reagire al senso d'inadeguatezza che lo attanaglia.

giovedì 5 maggio 2011

2011 Odissea nel futuro: la fine di ogni male

Non c'è che dire, l'happy end alla fine arriva sempre, così come i conseguenti happy hour per le strade di tutte le terre libere.
Per chi avesse ancora dei dubbi è ora di capirlo. Siamo salvi, il bene ha trionfato.
Definitivamente.
Le terre di mezzo sono finalmente al sicuro da ogni pericolo. Possiamo tirare un sospiro di sollievo e sorridere, eternamente grati, ai nostri valorosi guerrieri, paladini della libertà che con sprezzo del pericolo hanno affrontato il Nemico.
Grazie all'epico sforzo di tutti questi eroi, oggi posso dire di sentirmi molto più al sicuro.
Da domani ogni cosa migliorerà, me lo sento.
Caleranno i prezzi di case e mattone, aumenteranno i redditi, i servizi pubblici raggiungeranno il più altro grado d'eccellenza. Calerà vertiginosamente anche il costo del petrolio, che inoltra sarà usato limitatamente, perchè comincerà la grande era dell'uso delle energie rinnovabili. Crollerà ogni tipo di sistema conosciuto e se ne stabilirà uno nuovo, pacifico ed armonizzante. Anche l'economia cesserà ogni cinica barbarie e in pochi anni sarà dimenticato perfino cosa sia un'arma o un delitto.
Ogni cosa si ripiegherà su se stessa, migliorando esponenzialmente. Riusciremo tutti ad esperire percezioni inedite, strabilianti, con uno scatto in avanti veramente rivoluzionario.
Esorbiteremo.
Tutto grazie alla fine di un sol uomo.
O forse no?

martedì 3 maggio 2011

Il maestro artigiano, citazioni per immagini

Primo Maggio bolognese, in Piazza Maggiore nello stand dei dibattiti veniva trasmessa questa intervista di Wu Ming 4 ad Andrea Camilleri. Venti minuti di riflessioni semplici e puntuali intorno a temi come Diritto e Lavoro il tutto ritmato da citazioni ad Hoc che ne scandiscono il contenuto. Quello che segue è un racconto ad immagini dei punti salienti.

LAVORO E DIRITTI

"Salario e diritto in fondo sono la stessa cosa. 
L'uomo non vive per non essere mai ricompensato; [...]
il diritto è salario innato; il salario è il diritto acquisito."
 Victor Hugo, 1874 



LAVORO CULTURALE
" Gridano al poeta: 'davanti a un tornio ti vorremmo vedere!
Cosa sono i versi? Parole inutili!
Certo che per lavorare fai il sordo!'
A voi, forse, il lavoro
più di ogni altra occupazione sta a cuore.
Sono anch'io una fabbrica.
E se mi mancano le ciminiere,
forse, senza di esse, ci vuole ancora più coraggio. [...] "
Vladimir Majakovskij, 1920



NARRAZIONE

"E' in ogni uomo di attendersi che forse la parola, una parola, possa 
trasformare la sostanza di una cosa.
Ed è nello scrittore di crederlo con assiduità e fermezza."
Elio Vittorini, 1945

  
CULTURA E SOCIETA'
"Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se 
fosse perfetta sarebbe una giungla"
Albert Camus, 1942

"La storia del genere umano diventa 
sempre più una gara fra l'istruzione e la catastrofe"
Herbert George Wells, 1920


LOTTA E RASSEGNAZIONE

"Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo: il nostro compito è di fare
il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male
dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo
terra sana e pulita da coltivare"
J.R.R Tolkien, 1954



SCIOPERO GENERALE

"Sappiamo ciò che siamo, ma non sappiamo 
ciò che potremmo essere."
William Shakespeare, 1602



Post-scriptum:
 Le immagini sono parte di un diario fotografico del 2005 realizzato tra Italia-Romania su Attraversamenti di Spazi-identità-Tempo 
ma questa è un'altra storia.