Quando venerdì scorso ho trovato questo articolo sull'omonima uscita settimanale mi è venuto da ridere. Non per l'articolo e per il progetto in sè, ma per la necessità che oggi abbiamo di trasmettere questi valori che invece dovrebbero essere inseriti spontaneamente nella vita dei singoli. E' vero che ai bambini piace tanto infrangere le regole, disturbare un pò gli adulti quando sono troppo impegnati ma dovrebbero possedere un codice di base nel quale regolamentarsi. Se oggi abbiamo bisogno di incontri con pedagogisti o psicologi per insegnare ai nostri figli/nostri alunni le regole vuol dire soltanto che qualcosa sta andando per il verso sbagliato. Cosa ancora non si sà. Lavorando nel mondo della scuola e dell'educazione ne vedo davvero di tutti i colori. I bambini non solo non sanno le regole principali della buona convivenza ma pretendono anche che non ci sia da parte nostra una correzione: se lo faccio a casa lo faccio anche a scuola e tu non mi riprendi! Questo è quello che mi sento sovente ripetere da questi "bimbetti" MOLTO viziati che mangiano come piccoli orchetti, si scaccolano, sputano, fanno la pipì spesso fuori dal water, lasciano i rubinetti aperti, temperano sul pavimento etc etc e purtroppo ancora eccetera. Certo fra tutti questi qualche mosca bianca per fortuna esiste ancora ed è triste affermare che nella moltitudine e nel caos generale a fatica risaltano e sono visti come una specie di miracolo vivente che ancora avviene in certe epifaniche famiglie italiane. Non è bello generalizzare su questo argomento ma la retorica delle buone maniere imperversa lungo tutto lo stivale mentre Vignola ambisce a diventare almeno per una settimana capitale italiana dell'educazione. Così tanto per incoraggiarli un pò e poi chissà magari è contagiosa e i bambini magari ci prendono gusto. A Vignola si sono inventati anche il pagellino delle buone azioni e il bambino che riceverà più punti verrà premiato con la mitica medaglia di bambino beneducato 2010. Ora: non vorrei fare quella che trova sempre da ridire su tutto ma premiare un bambino per incentivarlo ad un dovere mi sembra una perfetta buffonata. Si può premiare i genitori che si recano al lavoro tutte le mattine? Si può offrire una medaglia alla mamma che tutte le sere prepara la cena? I nostri amati bambini hanno tanti diritti, sarebbe sacrilego ammettere il contrario, ma hanno anche qualche piccolo dovere. Le regole che vengono insegnate dovrebbero essere assorbite dal bambino senza recargli troppo stress. Se lo stressa è solo perchè a casa, nel suo micromondo, tutto funziona in modo diverso. Non esiste continuità e coerenza educativa. Questa credo sia la difficoltà maggiore di chi lavora nel mondo della scuola. Abbiamo a che fare con troppe "individualità" ovvero con contesti educativi troppo disomogenei dove non troviamo più un punto di incontro valido per tutti. Una volta un papà ci venne a dire che la figlia non doveva essere sgridata se in giardino voleva arrampicarsi sugli alberi perchè era abituata a farlo. Dare totalmente la colpa alla famiglia mi sembra eccessivo ma pretendere che il gruppo docente si faccia carico di queste mille sfumature mi sembra di un arroganza inaudita. Inventiamo allora mille rinforzi nuovi per ottenere un pò di sana collaborazione tra le due entità educative più importanti. L'antico patto è venuto meno ma non bisogna arrendersi a questo sistema che ci vuole più guardiani che non insegnanti. La scuola non è un parcheggio per bambini abituati al peggio ma il Luogo dove fare la differenza, dove alcune regole possono aiutare i bambini a crescere, a diventare grandi. Il caso di Vignola potrà essere interessante ma io preferisco il maestro che si "sporca" le mani con il lavoro, che aiuta i bambini senza illuderli che nella vita sia tutto così facile. La vita è dura e ci sono tante strade in salita, i piccoli camminatori vanno equipaggiati e preparati alla costanza che allena alle lunghe distanze, non al fiato corto delle vie d'uscita.
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