Ecco svelato il segreto della mia prolungata assenza da questo blog. In questi giorni sto preparando l'esame di didattica dell'arte per il conseguimento del Master in "Forma e storia delle arti visive". L'ennesima scusa che ho trovato per sentirmi ancora un pò studentessa e non troppo abbandonata al triste mondo del lavoro. Naturalmente tutto questo avrà un valore preciso: 3 punti in più nella sempre più satura graduatoria degli aspiranti professori che nella terza fascia sopperiscono il desiderio di poter insegnare con palliativi di questo tipo. Mentre preparo le mie fatidiche possibili risposte, rifletto sul fatto che, per i tagli che stanno attuando, arriveremo davvero a far studiare i nostri alunni con questo metodo. Si concentreranno i movimenti artistici in 100 righe di approfondimento dove in breve verrà trattato l'argomento in modo didascalico ma esaustivo. La bravura del corpo docente concilierà con questa esigenza, tutta gelminiana, di dare un taglio netto alla sostanza per un decisivo e più elegante riassunto del riassunto. Oltrepassato il periodo morettiano dello slogan "le parole sono importanti", siamo giunti a quella delle parole sottoposte a lavaggi di 90°. Gli argomenti scolastici non vengono più differenziati ma sottoposti ad un unico trattamento di restringimento che non tiene conto della diversa natura dei linguaggi. Poniamo, ad esempio, che venga posta allo studente la domanda di cosa sia il Rinascimento. E' possibile che, non molto avvezzo alla storia dell'arte, sintetizzi e liquidi il tutto con una lapidaria risposta sintetica ma sarebbe anche auspicabile poter permettere il contrario. La scuola dovrebbe prepararci a tutto, non ad una sola possibile alternativa. Studiare su Wikipedia in alcuni casi può esser di aiuto ma imparare a raccogliere materiale su fonti diverse e poi essere in grado di mettere insieme un discorso sensato mi sembra ancora un'ottima prospettiva. In questo senso possiamo giocare a questo gioco del taglio: io prima ti offro tutto in modo che tu ti faccia una buona idea sulla questione poi ti lascio il tempo di creare il tuo riassunto e non il contrario. Faccio fatica a pensare alle risposte che in poche righe contengano tutto il senso del discorso: anno di nascita, luogo, i protagonisti del movimento e le ideologie, le opere più importanti e il significato intrinseco. Se al posto del Master avessi optato per un ben più misero corso di perfezionamento sarebbero bastate 60 umili righe. In cento righe Georges Lefebvre forse saprebbe fare una cronaca dettagliata della guerra dei cento giorni, minuto per minuto, la padronanza del linguaggio permette anche di questi prodigi, ma se la stessa cosa viene richiesta a chi l'ha studiata in un bignami di storia ecco che la difficoltà è enorme. Prepariamoci al peggio, sul giornale oggi ci sono i numeri dei tagli per l'anno prossimo. Sono tagli pesanti fatti con l'accetta che non hanno nulla a che vedere con i tagli eleganti e misurati di un Fontana, ma a questo punto cosa importa, bastano solo 100 righe.
100 righe!
100 righe!
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