domenica 7 febbraio 2010

Piccola ode a Wu Ming con sguardo al futuro

Finalmente (?) ho finito l'immersione nell'epos wuminghiano. Una bella nuotata di circa sei mesi a scandagliare fondali nuovi, ripassare sopra alcuni già visitati, alternando piccole deviazioni per non rimanere senza ossigeno e voglia di proseguire. NIE, Guerra agli umani, Asce di guerra, Stella del mattino, New thing, American parmigiano, Previsioni del tempo, Grand River, Q (ancora), Altai, Manituana (ancora), Free Karma Food e, dopo averlo "spedito" a farsi leggere in Messico, 54 (ancora). Questo è tutto, per ora.
Ammirato? Certo.
Invasato? Forse.
Nauseato? Manco per un piffero.
Incontri inaspettati e stimoli d'inattesa intensità mi hanno portato a tuffarmi di testa in questo mare di parole, suggestioni e riflessioni. A guardare non solo di sfuggita il sito, ad incamminarmi nel dedalo di connesioni che lì giunge e da lì parte, a cercare di allargare. Cercare di fare altro. Cosa, ancor bene non so. Queste righe al silicio sono un primo tentativo. Il titolo stesso del blog lo dichiara. Vediamo se ne può venir maggiore consistenza.
Ho da poco finito la rilettura di "54" e ne sono ancora piacevolmente stordito. Quanta carne messa per bene al fuoco! Che contrasto rispetto alle opere sviluppate tra i buchi di una storia più "lontana". In fondo, ogni epoca ha bisogno di un suo stile e quello di 54 è frenetico, vorticoso. Pieno di personaggi che s'incontrano o si sfiorano come palline di un flipper impazzito. Bologna, Napoli, Trieste, Cannes, Mosca, Los Angeles... Pianeta terra. Nel loro canto più corale parlano tantissime voci. Dal sinfonico frastuono che ne deriva, una crepa della storia si riempe di fiction e ci parla ciò che ci circonda e ci ostiniamo a guardare senza vedere. Non voglio tentare di fare un ennesimo resoconto d'impressioni e prototrame, già tentato in precedenti post. Ho appena finito d'ingozzarmi e devo digerire. 54 è stata l'ultima portata di un enorme banchetto. Devo vedere quanto di tutto ciò fungerà da nutrimento e quanto scivolerà fuori. Fattostà che l'impatto è dei più forti. Ognuna di queste letture è stata coinvolgente e al tempo stesso pesante.
La definizione che gli autori si danno, artigiani, è molto più che azzeccata. Ogni pagina ed ogni riga appare levigata, intagliata con pazienza e consapevolezza. Le opere "soliste" mostrano particolarità che si ritrovano splendidamente fuse in quelle corali. Allo stesso tempo si fatica a riconoscere uno stile realmente personale. Uno per tutti e tutti per uno anche nelle incursioni solitarie. Collettività che riesce ad esprimersi anche nell'individualità. Individualità viva nella collettività. Una band, in cui ogni strumento forgia la musica.
Quello che sono riusciti a creare ha un sapore unico, per papille di ogni tipo. Può inorridire, nauseare, lasciare in estasi, creare dipendenza. Lettura leggera e pesante. Ansiogena e rasserenante. Capace di suscitare svariati "opposti". La sincerità e la coerenza con cui WM prosegue la sua strada è sicura fonte di reazioni multisenso. In giro per il web vi sono dibattiti lunghi una vita su perchè e i percome delle loro opere e delle loro idee, sul valore "vero" o presunto delle loro opere. La meraviglia è la disponibilità e la limpidezza con cui ogni Ming si pone sui più svariati argomenti, confrontandosi con i propri lettori. Crescendo insieme ad essi.
Perciò, il succo di questa filippica è solo uno. Da un punto di vista letterario sono assolutamente da provare. Mal che vada vi faran cagare, ognuno ha i suoi gusti. Per evitare "danni" potete scaricarli gratuitamente o andare nella biblioteca più vicina. Da un punto di vista ideologico... idem come sopra. Provare e valutare. Le varie sinapsi servon anche per questo.
Personalmente gli approfondimenti e le riflessioni sul corso e la lettura della storia, sulla figura dell'eroe e sui vinti veri o presunti che la formano, su ciò che fa andare avanti la nave sono capitelli della mia libreria, ma in fondo, ognuno scolpisce i propri. Se riuscirò, proverò a stilare schede delle loro narrazioni solamente citate, ma penso sia superfluo. Ci sono abbastanza riferimenti e link per evitare che questo agglomerato di parole diventi un blog a senso unico o una sorta di fan club.
Proverò ad andare avanti. Dove, ancora non so ma la strada è bella lunga.
Fortunatamente.

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