mercoledì 16 marzo 2011

Time out, e gli educatori?

        
RIDEFINIZIONE E DIVERSIFICAZIONE DELLE MODALITA' DI ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI INTEGRATIVI SCOLASTICI DI PRE SCUOLA, POST SCUOLA, POST SCUOLA NELL'ORARIO DEL PRANZO E DI ACCOMPAGNAMENTO NEL TRASPORTO COLLETTIVO RIVOLTO AGLI ALLIEVI DELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI 1 GRADO A PARTIRE DAL MESE DI SETTEMBRE 2011.

Questa è la bella notizia pubblicata l'11 Marzo che farà cambiare il sistema di gestione dei servizi integrativi nel comune di Bologna. Partiamo dai tagli: è certo ormai che a settembre molti servizi subiranno dei cambiamenti. Il 31 agosto scadrà l'attuale contratto che porterà ad una nuova rinegoziazione degli attuali fornitori dei servizi che per il Comune di Bologna sono nella maggioranza dei casi gestiti dalla Cooperativa che ha in appalto anche i servizi all'integrazione-assistenza agli handicap nelle scuole.  In relazione al mutato contesto scolastico (riforma Gelmini) e ai conseguenti nuovi bisogni dell’utenza, il comune definisce i criteri per una nuova gestione più flessibile, in cui la flessibilità, trattandosi di servizi che integrano e arricchiscono l’offerta scolastica, devono necessariamente essere incentrati su un livello organizzativo rappresentato dalla scuola. Sarà quindi cura della scuola individuare le attività adatte a quel particolare contesto e scegliere il giusto fornitore tra una lista di possibilità che possono andare dalla piccola cooperativa che propone laboratori all'ente sociale o fondazione senza scopo di lucro fino ad organizzazioni di volontariato che possono prestarsi per coprire tali servizi. Questo sulla carta, hanno messo nero su bianco. In tutto questo  accorato discorso con al centro sia la necessità della domanda che l'interesse dell'offerta, di noi educatori neanche l'ombra. Ovviamente!
Educatori con esperienza decennale che per arrivare a stipendi ritenuti normali hanno dovuto accettare incarichi snervanti, rimbalzando da una scuola all'altra a garanzia di una copertura di tali servizi; Educatori disposti ad accettare turni di lavoro frammentati per non lasciare scoperta una refezione o un post anche in situazioni poco piacevoli dove magari la Cooperativa ti offriva solo tali servizi per carenza di lavoro.  Di questi nessuno parla. Parlano di una distribuzione più equa degli appalti ma in ballo c'è molto di più. C'è il fatto di lavorare in un territorio specifico dove solo se stai tante ore a contatto con la realtà ti rendi conto di cosa hanno bisogno queste famiglie e questi ragazzi. Lavorarci quotidianamente vuol dire capire, individuare l'area dell'intervento e solo in questo caso possiamo parlare di progettazione mirata. Non credo che la piccola associazione, per quanto competente possa essere, riesca in poche ore a rivestire questo ruolo. Cerchiamo di vedere la cosa dal punto di vista più cinico possibile. Se parlano di tagli, e tagli saranno, non possono anche parlare di qualità. La qualità si fa anche attraverso l'analisi della componente lavorativa che si vuole tirare in ballo. L'equazione è semplice: servizi che costano meno, servizi che impiegheranno persone molto probabilmente pagate con contratti di collaborazione e quindi senza contributi versati o nel peggiore dei casi volontari che si prestano a titolo gratuito.  Proprio non riesco a vederne l'utilità. Sarò limitata ma immaginare i gruppi di volontariato a scuola mi fa venire un brivido particolare e sottolineano maggiormente quello che abbiamo sermpre combattuto: le ore integrative come parcheggio. Non sai dove lasciare tuo figlio? Lascialo a scuola tanto qualcuno che te lo guarda si trova. Non dovrebbe essere così.  La scelta non dovrebbe essere lasciata sul "tavolo dei giocatori" perchè si tratta di servizi che nel sociale hanno una loro specifica utilità e che dovrebbero essere ripensati in una situazione di tranquillità economica, non davanti al mostro della crisi. Si mette davanti l'interesse della scuola a favore della propria autonomia ma non tutti gli istituti sono messi bene con i fondi. Sono tante le questioni che rimangono in sospeso e la situazione si fa davvero critica per tutti noi educatori impegnati su questo fronte. Ma noi siamo solo pedine da muovere da un sistema all'altro senza alcun problema perchè tanto se smetti di fare l'educatore puoi sempre finire in un call center. Lo stipendio è uguale!

1 commento:

  1. Sicuramente anche a Bologna la situazione non è idilliaca anche qui riformulazioni che distruggono anni di esperienze. Anche Bologna la dotta cancella il welfare e tra qualche mese si va anche al voto e la politica cosa dice al riguardo? Speriamo che anche a Bologna gli educatori iniziano a mobilitarsi per dire no a qualsiasi taglio al welfare e portare avanti insieme la mobilitazione. Un educatore di EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI

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