martedì 15 marzo 2011

S.O.S Parchi: quest'anno vacanze in Italia


Oggi ho ricevuto via mail questa importante informazione che riporto per intero
Abbiamo ricevuto una preoccupante notizia dal WWF, in cui si illustra la tragica situazione amministrativa dei Parchi abruzzesi. La legge sulle aree naturali protette prevede che ogni Ente Parco sia gestito attraverso un Presidente ed un consiglio direttivo, con un direttore, iscritto in  un albo nazionale dei direttori e scelto dal Ministro dell'Ambiente su segnalazione di una terna di nomi da parte degli Enti.
Ad oggi, il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è l'unico parco a presentare una situazione quasi corretta. Ha un Presidente, un Consiglio direttivo ed un direttore (anche se quest'ultimo ha recentemente presentato le proprie dimissioni).
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è stato commissariato dal 2006 fino al 2010. In questo periodo si sono alternati ben 3 commissari! Il 7 luglio 2010 l'ultimo commissario, Arturo Diaconale, giornalista, anche lui senza alcuna competenza in materia di gestione di aree naturali protette, è stato nominato Presidente, ma da allora non è stato ancora nominato il Consiglio direttivo: permane quindi anche per questo Parco una forma gestionale anomala (volendo fare dei paragoni è come se un comune fosse gestito da un Sindaco senza Consiglio Comunale). Dal 2004 il Parco è privo di un direttore nominato secondo quanto prevede la legge: le funzioni di direttore vengono così svolte da un coordinatore tecnico-amministrativo con contratto a termine rinnovato annualmente non iscritto nell'albo nazionale dei direttori.
Il Parco Nazionale della Majella è privo del Consiglio direttivo dal 2007. Per quasi due anni è stato governato solo dal Presidente Giuliante il cui mandato è scaduto il 31 dicembre 2009. La norma non prevede che il Presidente assuma a sé anche le competenze proprie dei Consigli Direttivi. Giuliante è stato successivamente nominato Commissario, carica che ha conservato anche quando è stato eletto consigliere regionale. Il direttore, nominato dal 1997, senza l'individuazione di una terna di nomi, è stato riconfermato con successive proroghe.
Il Parco Regionale del Sirente-Velino, privo di Presidente e di Consiglio direttivo, è commissariato dal febbraio del 2010 senza alcuna motivazione. L'attuale direttore non è iscritto all'Albo nazionale dei direttori degli Enti Parchi.   
La politica, sostengono Caserta e D'Aurora, sembra che si sia impadronita degli Enti Parchi e non riesce neppure a nominare gli organi di gestione. Preferisce affidarli a singoli uomini, spesso senza alcun legame con il territorio e con le attività più caratteristiche delle aree protette, lasciandoli al comando di enti che richiederebbero invece gestioni democratiche e partecipate come prevede la legge. In assenza di indicazioni politiche-gestionali che vadano nella direzione di un vero sviluppo sostenibile e con la carenza di professionalità adeguate a tutti i livelli, le aree protette non sono in grado di svolgere la loro funzione di crescita anche economica di un territorio.
La situazione è molto critica e non riguarda solo l'Abruzzo. Questo atteggiamento molto diffuso di sistemare gli insistemabili, ha un prezzo che soprattutto i nostri figli si troveranno a pagare. La cultura del "lascia fare" o del "pensa ad oggi e tirà innanz" inquieta sempre di più. I tagli che stanno facendo ai Parchi Nazionali Italiani ci riguardano perchè il nostro paese è al quarto posto, in Europa, per numero di parchi presenti. Ventiquattro aree per un ammontare di circa 1.500.000 ettari che la fa risalire di un posto nella classifica europea per superficie in ettari.

Diventa allora necessario impegnarsi affinchè tutto il territorio continui ad essere valorizzato e tutelato attraverso una politica attiva che ci possa rendere protagonisti nello scegliere e "adottare" un parco di una specifica area a noi vicina. Il WWF, impegnato da anni in questo campo, consigliava di andare in vacanza nelle aree in questione, non solo per apprezzare la bellezza di questi luoghi, ma in previsione dell'apocalittica fine che avrebbe in qualche modo appesantito di una nota sublime il declino che questo paese ha deciso di affrontare. Mi sembra una buona cosa. Un bel gesto che tutti possiamo fare, senza troppe difficoltà. La crisi che stringe dovrebbe in qualche modo stimolarci a progettare vacanze e week-end a carattere nostrano. Dovremmo diffondere a piene mani lo slogan delle vacanze 2011:
"Parchi italiani per tutti i gusti"
Tutte le regioni hanno un parco che può ospitarci: qui trovate l'elenco regionale, ricco di dettagli utili per progettare tutti gli itinerari che si vuole percorrere. Senza bisogno di vacui nazionalismi in vista del 150°  sarebbe ora di riflettere su una peculiarità tutta italiana: voler vedere sempre l'erba del vicino più verde per potersi lamentare, con accidiosa indignazione, dei quintali di merda quotidianamente depositati sul proprio territorio.

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