1) Per chi non lo sapesse, tra Bologna e Firenze, sulle costole dell'Appennino, v'è un antico sentiero di recente denominazione antica, chiamato Via (o Sentiero) degli dei. Ora come ora, non ricordo esattamente il luogo, il tempo e le circostanze che mi portarono a conoscere questa strada che lega così bene il tortellino alla fiorentina (forse dalle pagine di Brizzi? dai racconti di qualche amico? mistero...), certamente era da parecchio tempo, in particolare da quando pellegrinaggi, camminate o passeggiate verso l'indefinito hanno cominciato a solleticarmi la mente, che volevo intraprenderla. Tutt'ora non mi sono trovato con cinque giorni consecutivi per pormi sotto uno zaino e partire. Pazienza.
2) Per chi ha già letto o sbirciato questo blog, non giungerà nuova la notizia del mio amore verso la narrativa, tra cui quella prodotta dall'illustre bottega artigiana Wu Ming. Perciò, sentito dell'imminente uscita di un ulteriore lavoro solista, cominciai a fremere e scalpitare, e ancor di più quando fu rivelato il tema dell'uscita.
Bene, ora il libro è uscito (qui un trailer). Le pagine sono state lette. Lasciando impressioni e sensazioni ben marcate e facendomi chiudere la quarta di copertina con un'ancor più socratica consapevolezza della mia ignoranza verso ciò che mi circonda, anche da vicino, e con una smania di partire prossima all'assoluto.
Ma facciamo un passo alla volta e cerchiamo di non perdere i tanti pensieri che scorrono con implacabile rapidità. Il libro in questione è un vero e proprio U.N.O. (Unidentified Narrative Object). La storia (le storie) contenute al suo interno spaziano dal racconto all'inchiesta, dal romanzo eco-storico alla guida per escursionisti, e tanto altro ancora. Una miscellanea di argomenti che l'autore ha splendidamente intagliato gli uni accanto agli altri dimostrando con ancor più potenza rispetto alla sua prima fatica solitaria, che sempre da un passo dopo l'altro su questi monti era stato ispirato. Questa volta però non siamo più alle prese con supereroi trogloditi, ecoguerriglieri, mafiosetti di montagna e la variegata fauna creatasi tra queste vallate. Questa volta siamo appollaiati sulle spalle di Gerolamo, una sorta di alterego più inesperto del nostro cantastorie ma altrettanto sensibile ed attento alle voci ed agli accadimenti sedimentatesi nel tempo. Una moltitudine! Nè più nè meno. Una pagina dopo l'altra, riga dopo riga, incontriamo particolarità dei luogi, suggestioni, agghiaccianti dati sugli scempi che ci ostiniamo ad ignorare per l'ingordigia di pochi stronzi. Dati sugli accadimenti del secolo scorso, dati freschi freschi e implacabili sulle cosiddette energie pulite (con link cartacei ad approfondimenti come qui e qui). Riflessioni, eco-poetiche, sonorità della terra e della narrativa (di quest'ultime c'è un ottimo esempio qui). Passeggiando cinque giorni sullo zaino di Gerolamo, ci ritroviamo circondati da un turbinio di parole dalle vaste tinte, sorprendendoci a ragionare riguardo a concetti quali ambiente, cemento, paesaggio, fonti di energia, lavoro, cultura storica, escursionismo, amicizia, famiglia... e mi fermo qui per non far torto ad altri temi.
Personalmente ho trovato questo libro meraviglioso, lucido e toccante. L'autore ci porta per mano in personalissimi sentieri e sterrate, lasciandoci poi con la facoltà di decidere dove guardare o voltare il capo, dove proseguire o tornare indietro. Tra le vibrazioni delle parole il suo pensiero è fermo e inequivocabile ma mai prepotente.
Splendido atto d'amore ecologico, ode a chi si (s)batte con costanza per preservare gli echi di voci lontane. Spinta ad incamminarsi per i più svariati sentieri con ostinata passione, a battere le proprie tracce ed a non fermarsi alle melense voci catodiche delle sirene in doppiopetto che pretendono d'irretirci con la banalità.
Libro da leggere, regalare, far girare.
Fa sentire un po'piccoli e ignoranti, ma senza criticare o far sentire in colpa. Fa perdere l'orientamento, alcune certezze. Spiazza. Esalta le indifferenze passate ed ignorate, scuote ed attiva.
Ottimo esempio di come far vedere agli occhi e far sentire alle orecchie.
Ed ottimo esempio di grande scrittura.
2) Per chi ha già letto o sbirciato questo blog, non giungerà nuova la notizia del mio amore verso la narrativa, tra cui quella prodotta dall'illustre bottega artigiana Wu Ming. Perciò, sentito dell'imminente uscita di un ulteriore lavoro solista, cominciai a fremere e scalpitare, e ancor di più quando fu rivelato il tema dell'uscita.
Bene, ora il libro è uscito (qui un trailer). Le pagine sono state lette. Lasciando impressioni e sensazioni ben marcate e facendomi chiudere la quarta di copertina con un'ancor più socratica consapevolezza della mia ignoranza verso ciò che mi circonda, anche da vicino, e con una smania di partire prossima all'assoluto.
Ma facciamo un passo alla volta e cerchiamo di non perdere i tanti pensieri che scorrono con implacabile rapidità. Il libro in questione è un vero e proprio U.N.O. (Unidentified Narrative Object). La storia (le storie) contenute al suo interno spaziano dal racconto all'inchiesta, dal romanzo eco-storico alla guida per escursionisti, e tanto altro ancora. Una miscellanea di argomenti che l'autore ha splendidamente intagliato gli uni accanto agli altri dimostrando con ancor più potenza rispetto alla sua prima fatica solitaria, che sempre da un passo dopo l'altro su questi monti era stato ispirato. Questa volta però non siamo più alle prese con supereroi trogloditi, ecoguerriglieri, mafiosetti di montagna e la variegata fauna creatasi tra queste vallate. Questa volta siamo appollaiati sulle spalle di Gerolamo, una sorta di alterego più inesperto del nostro cantastorie ma altrettanto sensibile ed attento alle voci ed agli accadimenti sedimentatesi nel tempo. Una moltitudine! Nè più nè meno. Una pagina dopo l'altra, riga dopo riga, incontriamo particolarità dei luogi, suggestioni, agghiaccianti dati sugli scempi che ci ostiniamo ad ignorare per l'ingordigia di pochi stronzi. Dati sugli accadimenti del secolo scorso, dati freschi freschi e implacabili sulle cosiddette energie pulite (con link cartacei ad approfondimenti come qui e qui). Riflessioni, eco-poetiche, sonorità della terra e della narrativa (di quest'ultime c'è un ottimo esempio qui). Passeggiando cinque giorni sullo zaino di Gerolamo, ci ritroviamo circondati da un turbinio di parole dalle vaste tinte, sorprendendoci a ragionare riguardo a concetti quali ambiente, cemento, paesaggio, fonti di energia, lavoro, cultura storica, escursionismo, amicizia, famiglia... e mi fermo qui per non far torto ad altri temi.
Personalmente ho trovato questo libro meraviglioso, lucido e toccante. L'autore ci porta per mano in personalissimi sentieri e sterrate, lasciandoci poi con la facoltà di decidere dove guardare o voltare il capo, dove proseguire o tornare indietro. Tra le vibrazioni delle parole il suo pensiero è fermo e inequivocabile ma mai prepotente.
Splendido atto d'amore ecologico, ode a chi si (s)batte con costanza per preservare gli echi di voci lontane. Spinta ad incamminarsi per i più svariati sentieri con ostinata passione, a battere le proprie tracce ed a non fermarsi alle melense voci catodiche delle sirene in doppiopetto che pretendono d'irretirci con la banalità.
Libro da leggere, regalare, far girare.
Fa sentire un po'piccoli e ignoranti, ma senza criticare o far sentire in colpa. Fa perdere l'orientamento, alcune certezze. Spiazza. Esalta le indifferenze passate ed ignorate, scuote ed attiva.
Ottimo esempio di come far vedere agli occhi e far sentire alle orecchie.
Ed ottimo esempio di grande scrittura.
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