venerdì 21 maggio 2010

Se questo è un allievo


Anche stamattina l'ennesimo articolo che parla di genitori aggressivi nei confronti di professori che normalmente svolgono il loro mestiere. Stavolta è successo ad Ostia. Inutile elencare l'enorme lista di buoni propositi o di consigli per una sana e civile convivenza scolastica. Genitori che urlano, genitori che ci mettono con le spalle al muro e sparano a raffica anche senza sapere di cosa stanno parlando. In questo maggio di passione dove si parla a caldo di futuri tagli e drastici cambiamenti, nell'anno scolastico che oramai giunge alla fine, si rende necessaria e urgente la collaborazione fra tutte le parti educative che ruotano attorno a questi ragazzi. Un bambino-ragazzo che entra a scuola alle 7:30 e ci rimane fino alle 17:30 perchè i genitori lavorano tutto il santo giorno e quindi sono costretti a prolungargli la permanenza grazie ai servizi integrativi, ebbene soggiornando nelle aule per una media giornaliera di 10 ore, quando va male, 5-6 nei casi migliori, è normale che siano gli insegnanti a mettere sulle vostre basi educative la parola accento. A scuola, nel confronto e nel dialogo escono fuori i bambini allo stato puro, il bambino ben educato o maleducato (esiste ancora questa parola anche se a scuola è considerata Out) risalta in mille sfumature ed è inutile dire che i nodi prima o poi vengono al pettine. Non è solo una questione di studio o di come si soggiorna in classe visto che vanno accompagnati a mensa o in cortile, se fortunati e particolarmente diligenti, in gita. E' vero che la scuola è cambiata ed è vero che gli insegnanti non sono in grado di fronteggiare a pieno questo cambiamento. La cassetta degli attrezzi e colma di utensili inadeguati e spesso arruginiti e senza fondi, senza ricambio diventa impossibile fornire gli strumenti adeguati. La famiglia oggi più che mai non riesce da sola a fornire l'ABC dell'educazione e la scuola non si prende la responsabilità. Quei pochi che ancora si permettono di tirarsi sù le maniche e lavorare vengono messi con le spalle al muro, minacciati e giudicati. Vorrei allora volgere una domanda a questi genitori così incazzati, che se la prendono a morte se gli insegnanti riprendono i figli, vorrei chiedere loro: COSA VOLETE DA NOI? IN CHE MODO VORRESTE CHE NOI CI COMPORTASSIMO DAVANTI ALL'ABUSO DI QUESTO POTERE GENITORIALE che non tiene conto della parola collettività, condivisione di mezzi e strumenti, collaborazione e convivenza. I vostri figli che urlano, che ci parlano sopra e interrompono costantemente, che ci assillano con domande superflue che considerano la cultura che noi a fatica cerchiamo di trasmettere, come qualcosa di altamente fuori moda, di superato o politicamente scorretto. A questi ragazzi che parlano di Belen e Fabrizio Corona come di due miti dell'antica grecia, che considerano Lady Gaga la donna più influente del mondo e il telefonino l'unico mezzo per comunicare in tempo reale notizie e avvenimenti, e ancora eccetera, eccetera, eccetera. A questi ragazzi abbiamo insegnato a comunicare e per vie traverse trasmettere anche il piacere per altre cose, l'inadeguatezza forse riguarda proprio il rapporto fra famiglia e scuola. Davanti ad un bambino che ti provoca si riesce a rispondere, davanti ad un genitore che ti urla e che ti tocca nella dignità si rimane inermi.
Caro genitore, ennesimo genitore che ti rivolgi al professore con sgarbo e tirannia perchè ha provato ad educarti il figlio o la figlia invece di azzannare come cane rabbioso prova a fermarti un attimo a riflettere. Alunni di tutto il mondo unitevi, ragazzi con un minimo senso del dovere e della giustizia fate riflettere i vostri genitori che in questo momento storico critico hanno perso il lume della ragione. Genitori narcisi che alla parola educazione tremate come esili foglie al vento, questa lettera è per voi, per voi che vorreste comunque sempre l'ultima parola. Lo sappiamo che sono tempi di crisi e che c'è tanto lavoro e nervosismo da gestire, siamo qui per aiutare questi ragazzi a crescere non a vivere nell'imbarazzo dell'inadeguatezza. Ci delegate un compito importante e noi vorremmo essere all'altezza, vorremmo accompagnarvi in questo percorso difficile ma pieno di belle esperienze. Coerenza e maturità per offrire il meglio a questi nostri ragazzi che un domani si troveranno al nostro posto e dovranno a loro volta crederci per insegnare. Educare vuol dire tirare fuori, condurre fuori e poi accompagnare. I maestri come i genitori sono fondamentali nel percoso di un bambino, sono guide in un mondo che, offrendo sempre più prospettive, volge anche alla confusione dei sentieri che non vengono mai ampliamente segnalati. Smettiamo di farci guerra e cominciamo a riprenderci la dignità del fare bene ognuno il proprio mestiere: genitori e insegnanti. Contro un sistema che vuole questo per creare confusione per togliere possibilità e rendere ciechi e stupidi. Offriamo il meglio perchè un tempo, siamo sinceri, noi abbiamo conosciuto il meglio.

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