mercoledì 12 maggio 2010

Mandi-mandi a te (ma anche a me)

Ci sono posti nel mondo dove dire Ciao ad uno sconosciuto potrebbe essere controproducente quanto dargli una toccata di sedere e tuttavia in entrambe i casi sareste considerati dei cafoni . Nelle grandi città del mondo il saluto non è necessario per iniziare bene la giornata, la gente troppo indaffarata non presta attenzione, il rito del saluto sfuma in uno sguardo silenzioso. Ma basta allontanarsi un pò per cambiare totalmente la prospettiva. Bonjour Monsieur o Madame, nelle piccole cittadine francesi il saluto è buona educazione, basta poco, non conviene proseguire facendo finta di nulla anche perchè esiste la regola del Rebonjour. Nel continente africano oltre al semplice saluto ci si scambia una serie di battute sulla linea del come stai? bene e tu? e via di seguito fino a soddisfare molte oscure curiosità. Se siete timidi il Camerun non fa per voi, meglio optare per la Svezia dove è molto raro che uno sconosciuto possa importunarvi con questi convenevoli. Molte culture poi non amano il contatto fisico tipo l'abbraccio o la stretta di mano. Nei paesi occidentali l'ultimo che arriva di solito dà la mano a tutti, in Francia, in Spagna o in Italia è buona regola che sia abbastanza salda perchè la mano floscia non è un buon biglietto da visita soprattutto nel mondo degli affari. Naturalmente non bisogna eccedere in virtuosismi e lasciare che siano gli africani a stupirci con acrobatiche strette di mano. Particolare da non tralasciare: nelle culture che hanno una netta separazione tra i sessi è proibita tra quelli opposti mentre in Germania assolutamente prima alla moglie. Lo sguardo diretto in occidente accompagna il saluto, lo rinforza per renderlo più stabile mentre in Cina è segno di insistenza.
Adiòs, Hello, Ciao, Rei, Kowtow, Salàm, Namastè, Shalom, Hongi, Aloha, Proskynesis ogni saluto porta con se il sapore di culture straordinarie, imparare il saluto nelle diverse lingue del mondo è una cosa che affascina i bambini ed in molti si cimentano in questa specie di maratona dalle mille sfumature. In occasione della settimana del saluto che si svolgerà a Bologna dal 24 al 30 maggio bisognerebbe riflettere sul significato che un gesto così semplice ha per noi. Iniziare la giornata con un bambino che entrando in classe dice: Buongiorno maestra è come un buon caffè per il risveglio dell'anima. Se proprio non ci viene più così naturale, allora ben vengano queste manifestazioni.
Per rompere il silenzio e accorciare le distanze, per creare una minima tensione, fra la parola e l'inganno, per stupire e per stupirsi, per donare o ripartire, per aprire uno spiraglio e per lasciare trasparire, ammiccando o arrossendo, allungando la mano o sorridendo, che sia fulmineo o prolisso, sempre dal profondo,
un saluto sia!

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