giovedì 24 febbraio 2011

Il destino nello stradario?



Il periodo delle iscrizioni scolastiche è sempre costellato da dubbi e perplessità, le discussioni ed i dibattiti che si accendono attorno al tema della scuola dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale la giusta scelta soprattutto se a rimetterci dell'errore è un bel bambino di 6 anni ancora profumato di latte e biscotti. I tagli al pubblico non fanno presagire ottime annate, le scuole sono sempre più affollate e l'offerta didattica non sempre è congeniale al tipo di utenza al quale ha la pretesa di rivolgersi. Iscrivere un bambino a scuola non è solo una questione di "stradario" e bacini d'utenza. Quanti sono i genitori che davanti a questa scelta tentennano, la nomea di una scuola è fatta di passaparola, di gente che ha frequentato, usufruito del servizio e che senza filtro estende consigli e osservazioni a parenti, amici, amanti, conoscenti e vicini di pianerottolo 

Dovendo iscrivere mia figlia al primo anno, sto adesso cominciando a visitare le scuole per poter presentare la domanda in gennaio. Il problema è che l'unica scuola "naturale" come stradario, non ci convince. Non ci convince la struttura, non il direttore didattico, poco le insegnanti. 
Non iscriverò mio figlio in quella scuola di merda piena di zingari solo perchè il comune mi ha assegnato la casa popolare in mezzo a questo schifo!
Andrò a richiedere i vari P.O.F. (Piano dell’Offerta Formativa) ed a studiarmeli per bene per capire quali sono i progetti educativi e didattici dei vari Istituti.
Anch’io ho preferito mandare il mio piccoletto, nel plesso più vicino a casa. Non vi nego che abbiamo molto valutato la possibilità di poterlo mandare in un’altra scuola ma dopo ci siamo posti la domanda “E’ giusto allontanarlo dalla cerchia di amici con cui ha convissuto la maggior parte degli anni di asilo?”

In rete si trovano interessanti discussioni di genitori indecisi e turbati da questa scelta, tra tanti consigli e indicazioni è facile anche imbattersi in quelli che, in maniera del tutto spontanea, si affidano alla fortuna. Come in tante cose anche qui ci vuole fortuna, uno può diventar matto a scegliere fra tante quella giusta ma se poi quell'anno cambia qualcosa, ecco che tutto diventa vano.  
Basta pochissimo per cambiare le carte in tavola, tutto sembra perfetto e poi alla fine può arrivare un trasferimento, una malattia della migliore insegnante, un bambino con disturbo oppositivo provocatorio appena arrivato in quartiere. Variabili infinite che non possiamo prevedere ma che nel risultato finale possono pesare come il masso di Sisifo. Oggi su la Repubblica di Bologna si parla proprio di questo, di come all'appello da stradario manchino delle iscrizioni e della possibilità che queste siano state fatte nel privato. Una guerra, quella fra i due fronti fortemente sbilanciata da un lato. L'unica cosa sicura, come dimostrano i dati (spiegati molto bene qui) è che iscrivere il proprio figlio alla scuola privata non garantisce eccellenza, anzi, secondo le tanto osannate statistiche dimostra tutto il contrario. 
Come non serve essere degli esperti di vino per conoscere l'importanza della probabilità in ogni annata, così nella scuola di tutti non serve andare contro il principio di base che la rende profondamente democratica: elargire fortune e disgrazie senza guardare in faccia nessuno, tanto meno se ti spetta di stradario!

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