martedì 5 aprile 2011

Nun c'è più trippa pe'gatti, neanche a scuola!

E' quaresima e anche nelle scuole si dovrebbe far digiuno. Questa la brillante idea di un consigliere ravennate che propone, per rimanere in linea con i precetti cristiani, di attenersi alle regole del buon senso e di piegare il menù scolastico allo spirito della quaresima. Lo scopo è venire incontro alle famiglie cattoliche che la praticano e che rispettano il digiuno. La mensa scolastica, è risaputo, si adatta alle varie diete; ogni bambino di religione diversa può chiedere di avere un pasto privo di maiale, di bovino, di proteine animali nel rispetto di quelli che sono i precetti della religione d'origine, ma qui la questione è un pò diversa. L'idea del digiuno per il rispetto della pratica della propria fede suona in modo strano. C'è un punto dell'articolo dove Grandi afferma che la dottrina cattolica, insegna che coloro che non sono tenuti all'osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno comunque formati al genuino senso della penitenza cristiana. Chi dovrebbe formarli al genuino senso della penitenza cristiana? la scuola che per principio dovrebbe esser laica? la mensa della scuola con menù poco appetitosi e non sempre a favore di bambino?
Pasta in bianco, sugo che sa di pelato, formaggio insipido da spalmare, salsicciotti poco cotti e verdure mollicce, merluzzo bollito, crocchette di patate dure come un sasso. Lo scenario è deprimente a priori. Mangiare a mensa è già una penitenza. Ricordo ancora un pasto così costituito: pasta scotta con olio di semi, crocchette di ceci e per contorno sugo all'origano. Due misere crocchette che neanche il gatto più affamato del quartiere avrebbe addentato e per facilitare il boccone un bel sughetto nel quale "pucciarle" per mandar giù l'impasto e tanti saluti. Mi domando se questo consigliere abbia mai mangiato in una mensa scolastica. Inutile dire che i comuni si stanno attivando, che ci sono mense che funzionano e che i prodotti spesso fanno parte di un ciclo biologico. Tutte fregnacce! a scuola ci mangio 3 giorni su 5 e vi posso assicurare che i bambini digiunano anche fuori quaresima, da settembre a giugno e mai che qualcuno si sia preccupato di cambiare le cose. I genitori lo sanno, la scuola lo sa, eppure lo spirito da penitenza persiste.
Caro consigliere prima della quaresima c'è sempre un periodo dove tutti possono riempirsi di leccornie grassissime e prelibate senza cadere nel peccato, potrebbe proporlo affinchè le scuole esagerino prima per poi moderarsi dopo. Della serie sfrappole e bignè a ricreazione, fettuccine al ragù e pollo arrosto con patatine, cheeseburger e insalata fresca di campo, macedonie con frutta freschissima di stagione e succhi di mirtillo a volontà. Fatto questo possiamo passare anche a pane e acqua, ora et labora, in maniera graduale magari mantenendo il frutto di stagione a merenda. 
La dieta delle nostre mense ha già un connotato cristiano-cattolico, altrimenti non si spiegherebbe la questione del pesce al venerdì. Sono anni che lavoro a scuola e che al venerdì mi viene sempre propinato merluzzo, halibut e palombo. Mai il lunedì o che ne so il giovedi! fateci caso, sempre il venerdì. In rete si trovano anche curiose discussioni a riguardo che pongono l'accento sulla questione religiosa nella gestione dei menù scolastici, discussioni che non portano da nessuna parte ma che dovrebbero farci riflettere quando l'ennesimo consigliere se ne esce con proposte strane.

Post Scriptum
C'è una nota apparsa sul sito del Comune di Bologna dove, per rimanere in tema di pesce, si sottolinea che per l'emergenza nucleare il pesce utilizzato nelle refezioni nostrane proviene solo da partite precedenti l'11 marzo. Ora siamo tutti più tranquilli. Amen!

Per rimanere in tema di digiuni e scuola ecco qualche link da spulciare:

Per gli affezionati del digiuno, qui una proposta moderna "degna di rispetto".
Qui, un digiuno che ha sollevato l'opinione pubblica sulla funzione che i corsi serali hanno di accoglienza verso i lavoratori immigrati e qui quello dei precari italiani.
Il castigo insegnato nelle scuole: Nun c'è trippa pe' gatti, bambini poveri a digiuno.




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