domenica 16 gennaio 2011

Diritti ai diritti

Non c'è che dire, il pensare sta sul cazzo. E anche parecchio.
L'anno è appena iniziato e gli argomenti di discussione non mancano. Frenetici, si accalcano l'uno sopra l'altro lasciando a malapena il tempo di pensarci su. Figuriamoci di scriverne (qua su N.I.E. di tempo per farlo ne abbiamo veramente poco).
Ma quando è troppo è troppo.

E la questione diritti si fa sempre più allarmante e complicata.
Già è difficile riconoscere e ricordarsi sempre quali siano i diritti effettivi di una persona, visti i colpi e le distorsioni a cui sono sottoposti. Se a questo aggiungiamo metri di merda a coprire il tutto, la situazione non può certo migliorare.

15 gennaio: passa il referendum (se così si può chiamere quella sottospecie di sondaggino ricattatorio imposto agli operai) a Mirafiori. Da precario, per quanto impegnato in un altro settore, immaginate quanto la notizia possa avermi reso estatico. Come uno sciatore impegnato in una pista nera che vede partire la palla che si farà valanga (per chi fosse interessato a discuterne, consiglio di fare un giretto qui e qui).

16 gennaio: poco prima di spegner il computer, lancio uno sguardo agli aggiornamenti al blogroll e incappo in questo post, che mi conferma come per la merda toccare il fondo sia pressocchè impossibile, visto che in fondo alla discesa si trova il buco e, tirata l'acqua, la strada è ancora più lunga.
Dietro lo stropicciato velo del caso Battisti (a prescindere da come la si pensi sulla questione), l'assessore della cultura della provincia di Venezia, tale Speranzon, dando sfogo alla sua vena più democratica e illuminista ha caldamente consigliato a tutti i bibliotecari della provincia di rimuovere i libri di tutti gli autori che nel 2004 firmarono un appello dove si chiedeva la scarcerazione di Cesare Battisti e di non invitarli per presentazioni di nuove opere o iniziative di alcun genere.
Naturalmente non c'è nessun obbligo per i bibliotecari della zona, a cui però viene fatto sapere che si devono assumere la responsabilità della mancata adesione a tale, ehm, "iniziativa".

Non c'è che dire, nell'Italia di oggi è vivissimamente sconsigliato pensare, avere opinioni personali e soprattutto differenti da chi ci governa. E per questo motivo la cultura tefe essere verboten.
E' un discorso che, con modi e argomenti e in tempi e luoghi differenti, ho riscontrato in buona parte delle tesi di questi due libri che ho letto di recente:
  1. "La scuola è di tutti - Ripensarla, costruirla, difenderla"di Girolamo De Michel
  2. "La Bibbia e il fucile - Cronache dall'America profonda"di Joe Bagean
Nel primo viene ottimamente trattato l'argomento scuola e istruzione e le ripercussioni che possono avere, nel bene e nel male, sulla vita di tutti i giorni. A livello individuale e sociale.
Nel secondo si parla di una parte di America e delle dinamiche che fanno sì che la sua parte più povera faccia di tutto per essere lasciata nella condizione di merda in cui le attuali condizioni sociali la relegano. Magari troverò il tempo e le forze per approfondire l'argomento ma consiglio caldamente le letture.

Letture che, guardacaso, riguardano uno degli autori cha, secondo Speranzon, andrebbero banditi dalle biblioteche e dall'attenzione dei più. Questo stesso blog è nato grazie a ed omaggia autori di quella lista.
Per curiosità prima di scrivere questo post ho dato un'occhiata su aNobii ( su cui è appena nato questo gruppo) alle mie letture 2010. Su 50 libri letti, 10 sono di 6 autori "pericolosi".
Perchè ormai chi smuove un dibattito, l'esposizione di un'idea personale, il confronto tra le parti non viene considerato in altro modo.
Pericoloso.
E ultimamente la capacità di ragionare e di formarsi un proprio senso critico viene osteggiata in maniera sempre più sfacciata e violenta.
Non è più il caso di starsene a guardare.

A chi si trovasse a leggere queste poche righe scritte di getto chiedo di non fermarsi davanti al velo di ripartizione politica dietro cui si cela questa storia putrescente. A prescindere da come la si pensi, si è di fronte al tentativo spudorato di impedire la possibilità di leggere (e al contempo di non leggere) alcuni autori, sulla base di una loro presa di posizione.
Viene perciò negata la possibilità di scelta, di espressione e di autocoscenza, tramite l'infrazione degli articoli 1 e 3 della Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo

Invito perciò chi volesse a fare sentire il suo dissenso in tutti i modi che gli sono possibili. Tramite rete, scrivendo ai giornali o allo stesso Speranzon (raffaele.speranzon@comune.venezia.it). Qui di seguito la mail da me inviata.

Non ho firmato l’appello per la scarcerazione di Battisti. Questo non toglie che la sua iniziativa sia un atto che va contro gli articoli 1 e 3 della Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo e che trovo semplicemente ripugnante.
Non sono uno scrittore di professione, ma un lettore accanito e trovo ripugnante la sua proposta che va contro qualsiasi principio di socialità e libertà di pensiero. Mi auguro che la sua sia stata un'uscita dettata da un momento di scarsa lucidità, perchè se preso in totale consapevolezza, è sintomo di un'antidemocraticità che la rende ai miei ochhi inadatto al ruolo che riveste.

Aggiunta del 17/01/11

Da Giap, intervento del sempre lucido e meravigliosamente (ma anche terribilmente) diretto luca.

1 commento:

  1. Che vergogna, alla rabbia ora si mescola la tristezza. Come possiamo fare per liberarci di tutto questo?

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