lunedì 30 novembre 2009

Book memories vol. 1

Nonostante adori leggere storie, guardarle, ascoltarle o raccontarle, mantenere aggiornati i commenti solo di narrazioni fruite recentemente coporterebbe un'esorbitante lentezza ed immobilità del blog (come se non lo fosse già abbastanza). Per questo, quando potrò/vorrò, mi lancerò in rimembranze (spero non troppo leopardianamente). Certo, un commento ad un libro, film o che altro assaporato anni fa implica sbiadimenti, distorsioni o interpretazioni differenti rispetto a quelli che potrei fare ora. Ma va bene così. Infondo l'importante sono le storie e non siamo qui per riassumerle ma per parlarne. Punto e a capo.
Come prima memory ho scelto "Different Seasons" (Stagioni Diverse) di Stephen King uscito nel 1982 e da me letto la prima volta nel 1996.
Un libro, devo ammettere, a cui sono molto affezionato e che mi ha riservato delle sorprese anche al di fuori delle sue pagine. Dopo averlo letto più e più volte, finii per perderlo a causa di uno dei miei rari prestiti (sono molto geloso dei miei cartacei). Inaspettatamente, circa un mese fa, riuscii a ritrovare in un mucchio di usati una copia identica a quella perduta (la mia? chissà...) riuscendo così a evitare di riacquistarlo in una nuova edizione dalla copertina, ahimè, molto cambiata in riferimento al film più recente tratto dai racconti (nella "mia" edizione si può notare come si faccia riferimento a "Stand By Me", uno dei pochi film veramente belli tratti dall'opera kinghiana).
Tornando al libro, posso affermare in tutta tranquillità che è un vero capolavoro. Suddiviso in quattro grandiose novelle, una per stagione, si distingue per essere una perla dell'opera del "signor Re".
In Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank
(primavera) ci troviamo davanti ad un spettacolare tentativo d'evasione (che i più pigri possono rivedere in "Le ali della libertà") e ad una splendida storia di lealtà e amicizia.
La novella "estiva" (Un ragazzo sveglio) è una sorta di prolegomeno della saga "La torre nera" (di cui parleremo in futuro) di cui l'intera opera kinghiana è costellata. Bel racconto, gustato dagli occhi di un bambino che entra in contatto con un signore molto particolare (credo che il film di questo racconto sia "L'allievo").
Con Il corpo King ci mostra il "suo" Maine d'autunno e ci ritrasporta nell'adolescenza, alla ricerca ed alla battaglia dei nostri fantasmi e paure. Leggerlo dopo aver già visto "Stand by me" rovina un po' la lettura, anche perchè il film è girato in maniera notevole. Se non ricordo male la storia è un po'diversa ma saprei dire quanto.
Il racconto invernale invece (Il metodo di respirazione) assume tratti più macabri e dark, molto in linea con la nomea di King. Scritto richiamando i vecchi club di fine ottocento, affronta i pregiudizi verso una madre sola in un'Inghilterra (?) frivola e al contempo bacchettona.
I quattro racconti ci parlano in stili diversi (sia narrativi che letterari), da punti di vista diversi e di temi diversi. Come le stagioni hanno particolarità tutte loro. Dei tantissimi lavori di King oltre ad esser scritti bene sono anche molto belli come storie (a volte le sue storie sono salvate dalla sua magistrale scrittura), trattando tematiche più ampie del paranormale o del terrore (a cui comunque strizza l'occhio) e concentrandosi maggiormente sui misteri della vita quotidiana, delle piccole emozioni che la forgiano e la portano avanti.

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