giovedì 2 giugno 2011

How much is it?

Dieci giorni al Referendum, una pausa festiva fa da cornice a molti dibattiti, un grande tam tam di immagini e di commenti tappezzano i più grandi network sociali. Tutti hanno qualcosa da dire e da aggiungere, indice che l'informazione sta interessando gran parte dell'opinione pubblica. Ogni tanto, vien da pensare, qualcosa funziona in questo paese. La rete funziona in questi contesti, il pc diventa una finestra dal quale apprendere i cambiamenti, i movimenti.
Il tema dell'acqua risveglia domande ataviche sul senso di proprietà, su come ci appropriamo di beni presenti in natura e sull'utilizzo che ne facciamo. Attraverso una piccola selezione di immagini fatte in luoghi e tempi diversi, abbiamo ripercorso, frammento dopo frammento, il significato che ha per noi tutto questo. E' interessante notare come in ogni cartella di foto in cui abbiamo frugato almeno una comprendesse il tema dell'acqua sia da un punto di vista estetico (acqua = paesaggio), sia come bisogno primario (acqua=sete=vita). L'immagine del tubo blu trasporta simbolicamente l'acqua in ogni frammento che segue. 
Uno speciale filo della memoria dell'acqua che forse tutti possiedono nei luoghi del cuore.

 
















«Ho usato l’acqua perché è una sostanza molto viva, che cambia forma continuamente, che si muove. E’ un elemento molto cinematografico. E tramite essa ho cercato di esprimere l’idea del passare del tempo. […] Il mare lo sento estraneo al mio mondo interiore, perché è uno spazio troppo vasto per me. […] Le enormi distese mi dicono meno di quelle limitate. Forse per questo amo molto l’atteggiamento dei giapponesi nei confronti della natura. Cercano di concentrarsi su uno spazio ristretto e di vedervi il riflesso dell’infinito».

                                                                    Andrej Tarkovskij

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