Educatrici ed educatori scolastici a casa senza stipendio.
Con un comunicato apparso sul sito del Comune di Bologna il sindaco Virginio Merola comunica che ha “firmato un'ordinanza per la sospensione dell'attività educativa e didattica nelle scuole fino a sabato compreso”. Bene, si divertiranno i bambini che potranno giocare con le palle di neve. Il comunicato procede poi con le rassicurazione sulla solerzia dell’amministrazione del limitare i disagi e le raccomandazioni di rito a spalare i tratti di marciapiedi di negozi e condomini di pertinenza. Bene, ognuno faccia il suo dovere per evitare malaugurati incidenti (anche se ci sembra che al momento, la viabilità sia tutt’altro che scorrevole e la neve ancora occupa le carreggiate: ne sanno qualcosa gli autisti dell’ATC rimasti bloccati ed in difficoltà nel governare gli autobus).
Bene, la cooperativa che gestisce i sevizi educativi scolastici del comune, appresa l’ordinanza, con una email dal tono cordiale ma risoluto comunica agli educatori ed alle educatrici che rimarranno a casa e “LE ORE PERSE NON SARANNO NE PAGATE NE POTRANNO ESSERE RECUPERATE!”
In tempi di crisi, basta una nevicata a riportare all’ordine del giorno il “problema della sopravvivenza” di questa categoria di lavoratori, vessata da un CCNL capestro (da poco rinnovato in termini di salario e normativi a dir poco vergognosi da CGIL CISLe UIL), e presa in giro dall’amministrazione di Merola che, lo ricordiamo, sul finire dell’estate scorsa ha prodotto un appalto per questo servizio a condizioni altrettanto vergognose: riduzione complessiva delle ore di intervento, spezzettamento degli interventi tra educativi ed assistenziali, demansionamento, non riconoscimento delle ore di assenza dei bambini e, in ultimo, FERIE NON PAGATE IN CASO DI CHIUSURA PER EVENTI CLIMATICI!
Se “fare la propria parte” (così come invita il sindaco nel comunicato), significa prendere in giro gli educatori (ricordiamo le finte trattative e la firma del protocollo truffa con CGIL e CISL del settembre scorso), o mandare i vigili urbani a sgomberare i lavoratori che protestano giustamente dal comune, c’è da sperare che l’appello cada nel vuoto.
Caro sindaco, il suo invito alla collaborazione lo rispediamo indietro. Almeno fino a quando la sua amministrazione comincerà a “fare la propria parte” nei confronti degli educatori, almeno fino a quando si comincerà ad affrontare il problema della dignità del lavoro e del salario per le educatrici e gli educatori di questo settore.
Intanto, sindaco, le rivolgiamo noi un appello: faccia la sua parte, prenda la pala e dia una mano a spalare. Prima riaprono le scuole, prima gli educatori ritornano al loro cottimo.
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