Questo piccolo grande road movie racconta la rielaborazione di un identità e il superamento della morsa psicopatologica. Film breve, carico di silenzi e di simboli che accompagnano Jomar, un ex sciatore che da cinque anni ristagna nell'abulica prigionia della depressione. Inchiodato sopra un divano sembra incapace della minima razione che, anche quando viene scatenata dal ripresentarsi di un passato odioso e doloroso lo riscongela brevemente per poi ripiombarlo nella sviscerante eternità delle sue giornate.
Un uomo distrutto. La cui sola aspirazione sembra quella di rientrare nel bozzolo rassicurante di un ricovero.
Scoprire una parte di sè che non poteva conoscere, la paternità, lo porterà a lanciarsi in un viaggio in cui ritroverà la capacità di vedere, di seguire la strada scelta, la fisicità e la propria forza, smettendo, sia per necessità che per volontà di farsi trascinare dagli eventi e ritrovando l'equilibrio e la capacità di muovere i propri passi verso la meta. Tutto ciò sarà possibile anche grazie agli incontri improbabili con altre solitudini, da cui si realizzeranno inconsapevoli scambi reciproci. Le persone, gli oggetti ed i gesti di Jomar sono piccole tappe di un difficile e lento rimettersi in piedi, in mezzo ad un gelido e rilassante nulla bianco, che ferisce senza voler ledere, che spiana la via facendoti smarrire.
Un viaggio dentro se stessi, contro se stessi. L'elaborazione di possibili mostri, visti nella Norvegia più isolata ma ritrovabili anche nella più caotica metropoli. Un viaggio tra i tanti che ogni giorno scorrono inosservati.Un uomo distrutto. La cui sola aspirazione sembra quella di rientrare nel bozzolo rassicurante di un ricovero.
Scoprire una parte di sè che non poteva conoscere, la paternità, lo porterà a lanciarsi in un viaggio in cui ritroverà la capacità di vedere, di seguire la strada scelta, la fisicità e la propria forza, smettendo, sia per necessità che per volontà di farsi trascinare dagli eventi e ritrovando l'equilibrio e la capacità di muovere i propri passi verso la meta. Tutto ciò sarà possibile anche grazie agli incontri improbabili con altre solitudini, da cui si realizzeranno inconsapevoli scambi reciproci. Le persone, gli oggetti ed i gesti di Jomar sono piccole tappe di un difficile e lento rimettersi in piedi, in mezzo ad un gelido e rilassante nulla bianco, che ferisce senza voler ledere, che spiana la via facendoti smarrire.
Film molto piacevole, introspettivo, dotato di un'ottima fotografia e colonna sonora e di attori capaci di esprimersi anche senza parlare. Probabilmente risulterà frustrante per il grande pubblico dal palato anestetizzato (se non noioso), ma, pur essendo breve, è un film denso di una simbologia e di un'espressività che continua a fluttuare intorno, una volta usciti dalla sala.
Una bella sorpresa.
Per ulteriori info qui , qui e qui.
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