Mancano due settimane e la commissaria ci saluterà. Siamo pronti a voltare pagina, dopo l'affaire Delbono. Le urne si scaldano, le matite vengono affilate, si comincia a scalpitare, trepidanti, come nelle migliori occasioni.
O no?
Non posso certo parlare per tutta la città, nè per una sua parte consistente, ma ogni persona che conosco si sta avviando a queste amministrative con molto più che qualche semplice dubbio. A Bologna siamo storditi, anestetizzati. Ci avviciniamo a queste votazioni sapendo già chi non votare (sia a destra che a sinistra) ma senza un'idea precisa di chi vogliamo vedere eletto o di chi siano tutti i candidati in questa corsa al ribasso senza precedenti, in cui la maggior parte dei cittadini è già divisa (in certi casi lacerata) tra la scelta di un candidato il cui partito ha anticipato la campagna elettorale mettendo in giro cartelloni come questo.
Com'è possibile che a Bologna la rossa un candidato leghista possa avere titolo (vedi minuto 1:20) non solo di imporsi ai confusi partiti di centrodestra, ma anche di essere uno dei favoritissimi per la poltrona?
E' presto detto. L'avversario di punta, l'altro favorito per eccellenza, da un mese sembra far tutto tranne voler essere eletto.
Già dal suo slogan si era capito quanto la comunicazione non sia il suo forte (o almeno del suo staff). D'accordo, si era pensato, avrà scelto un messaggio criptico e machiavellico per risvegliare gli animi, le coscienze o almeno le sinapsi dei bolognesi! Invece nulla, il Pd, in piena todestrieb, ha deciso di rilanciare con una serie di slogan gerontogiovanilistici, dall'effetto più repellente che altro, che la dicono lunga su cosa ci si possa aspettare da un ennesima amministrazione pdiana. Poco o niente.
Com'è possibile che a Bologna la rossa un candidato leghista possa avere titolo (vedi minuto 1:20) non solo di imporsi ai confusi partiti di centrodestra, ma anche di essere uno dei favoritissimi per la poltrona?
E' presto detto. L'avversario di punta, l'altro favorito per eccellenza, da un mese sembra far tutto tranne voler essere eletto.
Già dal suo slogan si era capito quanto la comunicazione non sia il suo forte (o almeno del suo staff). D'accordo, si era pensato, avrà scelto un messaggio criptico e machiavellico per risvegliare gli animi, le coscienze o almeno le sinapsi dei bolognesi! Invece nulla, il Pd, in piena todestrieb, ha deciso di rilanciare con una serie di slogan gerontogiovanilistici, dall'effetto più repellente che altro, che la dicono lunga su cosa ci si possa aspettare da un ennesima amministrazione pdiana. Poco o niente.